Ringraziando il Prof. Giorgio Enrico Gerunda per la risposta fornita in merito ai controlli estemporanei, vorrei se è possibile, entrare più specifico. Mia moglie è stata sottoposta ad un intervento di resezione pancreatica per un asserita neoplasia del coledoco, dopo l'intervento abbiamo appurato che la neoplasia era invece solo presunta dai sanitari, presunzione basata solo su un esame citologico che presentava cellule sospette per la possibile natura adenocarcinomatosa.
Durante l'intervento, pur essendo i controlli estemporanei risultati esenti da neoplasia, non è stata sospesa la resezione né modificata per renderla meno demolitiva, si è proceduto alla resezione del duodeno, di una porzione di stomaco, della testa e del corpo del pancreas. Lo specialista ha dichiarato che i controlli bioptici intra operatori non sono da considerarsi affidabili, perciò l'operazione non è stata interrotta. Ma allora perché si fanno questi controlli estemporanei se poi l'operazione non viene modificata? Risulta veritiero quello che mi è stato dichiarato? La reale diagnosi era di pancreatite cronica. In attesa di un gentile riscontro, porgo cordiali saluti.
Gentile signore capita che il chirurgo sulla base di elementi che giudica ragionevoli debba prendere delle decisioni difficili. A me è capitato diverse volte di dover prendere queste decisioni. In alcuni casi si ha ragione perché alla fine l'esame istogico ginsle indica tumore nonostante le biopsie negative. Mi è anche capitato di decidere per astenermi e vedere che a distanza nonostante le biopsie negative c'era tumore ed era stato uno sbaglio non procedere con l'intervento.
Capisco il suo stupore ma purtroppo può capitare e comunque a mio parere deve essere comunque grato al chirurgo che si è preso una responsabilità grandissima e purtroppo ha sbagliato. Consideri che il chirurgo in quei momenti è solo nella decisione. Cari saluti Gerunda