Gentile lettrice.
L'ipoglicemia è provocata dall'eccessiva discesa dei livelli di glucosio nel sangue, fino a concentrazioni uguali o inferiori ai 45-50 mg/dl.
L'ipoglicemia è tipica del diabete trattato con dosi eccessive di insulina o ipoglicemmizanti orali, ma può sopraggiungere - in forma lieve - anche nel paziente sano, ad esempio a causa di un digiuno troppo prolungato o di un intenso e prolungato sforzo fisico. Una forma particolare, detta ipoglicemia reattiva o postprandiale, si manifesta tipicamente dopo i pasti, spesso a distanza di due o tre ore dal loro termine. Il più delle volte la causa di questa condizione rimane misconosciuta. A tal proposito sono state formulate diverse ipotesi; la prima è che gli individui colpiti da ipoglicemia reattiva siano troppo sensibili all'adrenalina, un ormone il cui rilascio è favorito dall'ipoglicemia. Un'altra ipotesi è che questi soggetti non producano quantità sufficienti di glucagone, un ormone che si oppone all'eccessivo calo glicemico contrastando le azioni dell'insulina. Non a caso, l'ipoglicemia reattiva può essere determinata anche dall'iperinsulinemia, ovvero dall'ipersecrezione di insulina da parte del pancreas; non di rado, tale condizione si accompagna ad ipoglicemia tardiva (dopo la quarta ora dal termine del pasto). Alla base dell'ipoglicemia reattiva possono esistere deficit enzimatici congeniti, come l'intolleranza ereditaria al fruttosio, la galattosemia e la sensibilità alla leucina nei neonati (anche gli aminoacidi stimolano il rilascio di insulina). Un altra causa di ipoglicemia reattiva è rappresentata dagli interventi chirurgici di gastro-resezione a cui vengono sottoposte, ad esempio, le persone obese o con tumore dello stomaco; questa condizione, proprio come l'ipervelocità congenita di svuotamento gastrico, determina un rapido arrivo del chimo a livello dell'intestino tenue (che in condizioni normali lo riceve con estrema gradualità) ed un altrettanto rapido assorbimento.
l'ingestione di alcool in grandi quantità, specie negli alcolisti cronici in stato di denutrizione, favorisce l'ipoglicemia reattiva. Un pasto particolarmente ricco di carboidrati semplici (zuccheri), come ad esempio una scorpacciata di dolci, rappresenta un fedele alleato dell'ipoglicemia reattiva. Il rapido ingresso nel torrente circolatorio del glucosio assorbito dalla mucosa intestinale stimola un forte rilascio pancreatico di insulina, necessario per riportare nella norma livelli glicemici divenuti pericolosamente elevati. Da qui, la raccomandazione di ridurre il consumo di zuccheri semplici ed aumentare quello di vegetali freschi, valido sia per le diete dimagranti (aumenta il senso di sazietà , riduce le crisi bulimiche), sia in ambito preventivo, contro le patologie correlate a diabete e sovrappeso.
La diagnosi di ipoglicemia reattiva può essere posta sulla base dei risultati dell'OGTT, il "famoso" test da carico orale di glucosio. In questo esame si somministra per via orale una soluzione acquosa di circa 75 grammi di glucosio, registrando i valori glicemici (ed eventualmente quelli insulinemici) ad intervalli di tempo prestabiliti (30', 60', 90', 120', 150', 180', 210', 240', 270' 300'). La diagnosi è certa se la glicemia scende al di sotto dei 45 mg/dL, mentre è probabile se i i valori minimi di glicemia sono compresi tra i 45 ed i 55 mg/dL. L'esame consente, tra l'altro, di porre diagnosi di diabete e di alterata tolleranza glucidica, positiva se i livelli glicemici dopo 180' dall'ingestione della soluzione salgono, rispettivamente, sopra i 139 ed i 199 mg/dL.
Nel caso del cioccolato, possiamo parlare quindi di una ipoglicemia reattiva.
Grazie dell'attenzione
Cordiali saluti
Dott. Corso Concetto
Diabetologo