La fibrillazione atriale parossistica è una condizione relativamente frequente nel periodo post-operatorio cardiochirurgico. La terapia anticoagulante, che Lei assume già per la presenza della valvola protesica, la protegge anche dai rischi connessi all’insorgenza della fibrillazione atriale. Se gli episodi di fibrillazioner atriale si ripresentano anche in terapia con il Cordarone, è opportuno, almeno per un periodo, aumentare la dose giornaliera del farmaco: lo deve fare però solo dopo aver sentito il suo cardiologo del Centro di Riabilitazione da cui è stata dimessa (è necessario valutare alcuni parametri ECG prima di aumentare la dose del farmaco). La CARDIOVERSIONE ELETTRICA è indicata quando la fibrillazione atriale è presente (non si fa nel momento in cui il paziente è in ritmo sinusale); tuttavia, esistono altre metodiche di interruzione della fibrillazione (ad esempio, le metodiche di ablazione transcatetere), che però vanno prese in considerazione solo dopo un certo periodo dall’intervento cardiochirurgico (diciamo almeno 6 mesi), se il problema fibrillazione dovesse persistere nel tempo. Cordiali saluti.