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Gentili dottori, mio padre ha 61 anni. quattro

Gentili Dottori, mio padre ha 61 anni. Quattro anni fa ha avuto un infarto IMA non Q a cui ha fatto seguito una coronarografia che dopo aver rilevato una stenosi nella dx ascendente del 99%, si è conclusa con l'applicazione di uno stent Taxus. Gli episodi di fibrillazione atriale parossistica, precedenti all'infarto, sono comunque continuati. A distanza dei quattro anni, nel mese di aprile di quest'anno, gli è stata effettuata una seconda coronarografia ed è stato aplicato un secondo stent in un'altra coronaria. La terapia prevede l'assunzione della cardioaspirina, del torvast 40, plavix, seloken(recentemente sostituito dal sotalolo 1/4 -1/4 -1/2 cp), lortan 12,5 ed eparina60 al bisogno. Le fibrillazioni si ripetono con una frequenza di 10/15 giorni e durano, diminuendo la frequenza, anche 27/30 ore. Come è necessario agire? Scoaugulo o cardioablazione? Grazie.
Risposta del medico
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Non ha specificato se il secondo Stent impiantato è medicato o no. Nel caso si tratti di stent medicato, come il primo, dovrà proseguire la doppia antiaggregazione con aspirina e plavix per 12 mesi. Per quanto riguarda la fibrillazione atriale dovrà essere un cardiologo a valutare se vi sono le condizioni per indicare una terapia ablativa ( caratteristiche cliniche dell’aritmia, dimensioni delle cavità atriali ecc.) Attualmente non è ben validata l’associazione della terapia anticoagulante con i due antiaggreganti ( aspirina e plavix); alla sospensione di tali farmaci dovrebbe assumere terapia anticoagulante ( coumadin o sintrom).
Risposto il: 25 Settembre 2008