Gentilissimi dottori, ho effettuato ablazione di tachicardia atriale parasinusale il 25 luglio 2006 (soffrivo da tanti anni di aritmie) presso il San Raffaele di Milano e non mi hanno dato nessuna
Terapia a parte la cardioaspirina che ho assunto per i venti giorni successivi alla procedura. Ho avuto svariate crisi di tachicardia il primo mese come mi era già stato preventivato e sono in possesso di cardiotelefono per inviare gli
ECG al bisogno, e finora tutti i controlli sono nella norma. Mi è stato detto di fare una vita normale dopo una settimana di convalescenza e così dopo un mese e una settimana dall'intervento sono partita per una lunga vacanza in macchina visitando molte città e luoghi d'arte che comunque mi hanno molto stancata e per un paio di giorni ho sentito tantissime extrasistoli al giorno come prima dell'intervento, e anche momenti di tachicardia. Mettendomi in contatto dall'estero con i medici del reparto, mi hanno consigliato di godermi la vacanza e di fare scale e salite senza pormi grossi problemi. Anzi, mi ha detto il medico, lei deve rifare queste cose!!! Cosa ne pensate? Ho sbagliato a fare questo tipo di vacanza, ho rischiato qualcosa? Avrò il controllo a fine ottobre, e solo allora potranno ridarmi il visto per poter riprendere un pò di attività in palestra, che mi è stata ancora negata. Ma quello che non capisco è questo, perchè mi dicono di fare scale, salite, lunghe camminate e cose del genere e non riprendere la palestra? Non è lo stesso tipo di sforzo fisico? E poi, in ultimo, quando potrò ritenermi al sicuro da eventuali recidive? A me hanno dato in noleggio il cardiotelefono per un anno. Grazie per la vostra cortesia.