Ho 38 anni, dal 1997 ho avuto 4 episodi molto intensi (più di 4 ore e con fc dai circa 200 ai 300 btt/min) di
Fibrillazione atriale parossistica, alcuni altri (forse, altri 5) di brevissima durata (pochissimi minuti). Gli eventi più intensi sono sempre insorti di notte, durante il sonno, e sono durati circa 5/6 ore. Ogni volta, mi sono recato presso un centro di pronto soccorso cardiologico, dove mi è stata somministrata flecainide ev. Ma, io credo magari sbagliando, che l'aritmia si sia sempre risolta spontaneamente, piuttosto che per la terapia farmacologica. Infatti, la cardioconversione è sempre avvenuta di colpo, dopo un'elevata attività elettrica del cuore, come monitorato da strumento. L'ultimo episodio (il giorno 2 ottobre ca) è stato particolarmente intenso: la fc è stata, per alcuni minuti e più volte, intorno ai 350 btt, la FA è durata 6 ore. Nel corso degli anni, ho effettuato tutte le indagini prescrittemi: Ecocardiogramma, ECG delle 24 e 48 ore, indagini di laboratorio e strumentali per le malattie della
Tiroide. Non è mai risultato nulla di rilevante. L'unica cosa che risulta, è che sono affetto da ernia dello iato. Questa condizione, mi è stato prospettato con poco convincimento dello stesso sanitario che lo suggeriva, potrebbe rappresentare una spina irrativa in grado di stimolare il cuore, che reagirebbe nel mio caso con la FA. Quindi, deduco che il problema resti quello di un
Cuore permissivo di un'anomala attività elettrica!? Non prendo farmaci per prevenire gli episodi, convinto anche della scarsa utilità di tale provvedimento. A parte ciò, godo di eccellenti condizioni di salute, pratico attività sportiva (due volte alla settimana) da 16 anni. La domanda è sono un soggetto per il quale è indicata l’ablazione circonferenziale delle vene polmonari mediante radiofrequenza? E’ l’unico provvedimento possibile? Oppure posso convivere con questo disturbo, recandomi in ospedale solo all'insorgenza, per ricevere le terapie anticoagulanti e di controllo della frequenza cardiaca? Grazie infinite.