posso rispondere sinteticamente, perché è uno di quei casi (non frequenti) in cui la decisione a favore dell’ablazione mi sembra chiara,
e sono anzi stupito che non sia stata ancora eseguita. 1) la prima risposta è quindi SI, l’indicazione per l’ablazione è chiara, ed i potenziali rischi
(che pure esistono) sono minori; 2) l’ernia iatale può anche essere un “grilletto!” per innescare l’aritmia, ma il problema vero è il substrato
elettrofisiologo che rende possibile l’aritmia stessa; 3) è molto improbabile che gli episodi tendano a ridursi con il tempo; ad una età più avanzata
gli episodi diventeranno verosimilmente meno tollerabili, tanto più se dovessero insorgere altrin problemi cardiaci “indipendenti”, come quelli
coronarici; 4) l’ablazione si fa utilizzando la radiofrequenza; è una procedura interventistica (quindi non chirurgica) che richiede di solito una
degenza breve (due-tre giorni); i controlli successivi sono quelli clinici semplici (ECG, Holter); gli effetti sono immediati. Per quanto riguarda i
rischi (inclusa la necessità del pacemaker) sono limitati in Centri esperti; per questo tipo di aritmia molti Centri possono ormai considerarsi
esperti. Ovviamente i rischi esistono ed esisteranno sempre; ma altrettanto ovviamente non esistono in Medicina procedure senza rischi.