Cara signora, il dermatofibrosarcoma protuberans è una neoplasia piuttosto rara che prende origine dai fibrobalsti del derma. Può svilupparsi nella mammella, come in altre sedi del corpo e, bene saprà, ha una forte tendenza alla recidivare locale: fortunatamente solo in rari casi produce delle localizzazioni a distanza (per esempio nei polmoni o nel fegato). E' per questo motivo che la chirurgia spesso rappresenta adeguatamente l'unico trattamento, purchè eseguita nel rispetto di ampi magini di resezione (almeno 2-4 cm lontani dalla neoplasia). D'altra parte, nonostante questo accorgimento, la recidiva locale non solo è possibile ma anche frequente.
Ecco perchè nel suo caso, in cui questa eveninenza si è più volte ripetuta, anche in presenza si margini liberi dopo l'ultima chirurgia, considererei l'aggiunta della radioterapia a fasci esterni. Se invece ci fosse prossimità della neoplasia ai margini di resezione valuterei in prima ipotesi una chirurgica "generosa", qualora necessario inclusiva di tecniche di chirurgia plastica, e solo dopo eventualmente anche la radioterapia. E' superfluo specificare che prima di qualsiasi trattamento sarebbe consigliabile escludere localizzazioni a distanza con gli esami radiologici (ecografia epatica, Rx torace ed in caso di dubbio TAC...). In assenza di malattia a distanza, l'utilizzo dell'"imatibinib mesilato" non è indicato. Questo farmaco andrebbe invece utilizzato in caso di diffusione per via ematogena della neoplasia, e comunque solo dopo aver indagato con analisi citogenetica la Traslocazione 17,22 nel tessuto neoplastico (queste indicazioni sono contenute anche nelle linee guida NCCN del 2008).