Lei è stato molto dettagliato nell’esporre il suo caso. Le considerazioni da fare sono le seguenti: 1) E’ opportuno/indicato, in un caso come il suo, assumere la terapia con ACEinibitori, che si sono (insieme ai betabloccanti, calsse farmacologica cui appartiene il “sequacor”) dimostrati assolutamente efficaci nel ridurre la tendenza dei cuori infartuati ad andare incontro a progressiva dilatazione e riduzione contrattile: se le sembra di avere la pressione troppo bassa può cercare di assumere dosi molto personalizzate, refratte (con l’aiuto del suo medico, naturalmente), ma io confermo che l’ACEinibitore è assolutamente indicato nel suo caso. Tenga presente che valori di pressione anche un po’ bassi (se ben tollerati soggettivamente), tipo 100 mmHg di “massima” (= sistolica) non sono e non devono essere un criterio per la sospensione dell’ACEinibitore, se per il resto è ben tollerato; 2) Per quanto riguarda l’attività fisica, mi pare che Lei svolga già regolarmente sport, e può continuare così, passando anche a una frequenza superiore (tutti i giorni della settimana) se le fa piacere; 3) Se nonostante la terapia medica ottimizzata (cioè con l’aggiunta dell’ACEinibitore) si denotasse ai prossimi controlli clinici ed ecocardiografici la tendenza a ulteriore dilatazione ventricolare / peggioramento della frazione di eiezione, può essere presa in considerazione l’ipotesi di impiantare un “device” quale il ICD/RCT (cioè, un particolare tipo di pacemaker in grado di interrompere eventuali aritmie ventricolari sostenute e, contestualmente, di resincronizzare l’attività dei ventricoli): è una ipotesi che deve certamente discutere con il cardiologo che la segue; 4) infine, si ricordi il rigoroso controllo dei fattori di rischio cardiovascolare: nel suo caso sono già ben corretti il colesterolo, la pressione e la sedentarietà; importantissimo naturalmente anche non fumare e tenere un peso corporeo e i valori di glicemia nella norma. Cordiali saluti.