Indubbiamente il trattamento cronico con cordarone, seppur altamente efficace nella prevenzione della fibrillazione atriale, è gravato da una rilevante incidenza di effetti collaterali (tiroidei, oculari, polmonari, cutanei) che, seppur generalmente reversibili con la sospensione del farmaco, richiedono un’attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio di un tale trattamento. Nel caso specifico tuttavia, è da stabilire la reale necessità di istituire una profilassi antiaritmica a lungo termine, in quanto questa risulta condizionata dall’identificazione di eventuali fattori predisponenti/scatenanti l’aritmia e dalla presenza o meno di anomalie strutturali cardiache. La gestione delle forme cosiddette “isolate” di fibrillazione atriale è infatti diversa da quelle associate a patologia cardiaca. Pertanto l’esecuzione di un ecocardiogramma, oltre che di esami laboratoristici (funzionalità tiroidea, sodio, magnesio e potassio sierici, in primis) risultano indispensabili per un più completo inquadramento del caso. Va in ogni caso tenuto presente che esistono farmaci antiaritmici diversi dal cordarone e dotati di buona efficacia e minori effetti collaterali, e che sono attualmente disponibili, in Centri altamente specializzati, anche tecniche interventistiche (ablazione transcatetere in anestesia locale) di trattamento della fibrillazione striale, che al momento attuale tuttavia sono da riservarsi a casi selezionati.