Gentili dottori, la patologia è colangiocarcinoma a partenza colecistica, metastatico al parenchima epatico. No ittero. No diabete. No malattie autoimmuni. Dopo aver eseguito numero sei cicli di cht (gem+cis) nei giorni 1,8,21 c'è stata una importante riduzione della grossa lesione epatica con relativa scomparsa delle adenomegalie loco regionali e peripancreatiche. Purtroppo dalle ultime analisi ematologiche effettuate il ca.19.9 è in decisa ripresa, dopo che incessantemente diminuì per sei mesi, (156 a 60) ora a 95.
Temo che la lesione sia oramai divenuta resistente. Per cui, pensavo all'immunoterapia: l'immunoterapia oncologica per trattare il colangiocarcinoma è attuabile oppure occorre forzatamente essere selezionati a far parte di una sperimentazione, precludendo quindi la possibilità di curarsi nella regione di appartenenza? La farmacologia per questa neoplasia è necessariamente a infusione? Solo per mia conoscenza, mi direste il nome dell'anticorpo monoclonale potenzialmente utilizzabile? Grazie.
Gentile Signore, Lei ha presentato una buona risposta alla chemioterapia, ma inevitabilmente la malattia si è ripresentata. In tutta italia ci sono ora centri di immunologia oncologica che utilizzano vari anticorpi monoclonali dopo una serie di accertamento che variano da paziente a paziente. Le conviene cercare su internet e fare una serie di telefonate in modo da ottenere informazioni direttamente da Loro.
Le segnalo che all’inizio di questo anno è venuto a mancare una persona che aveva un carcinoma epatico simile al suo e che era stata indicata una sopravvivenza di soli tre mesi. La persona in oggetto rifiutò la chemioterapia ed è vissuto in pieno benessere per oltre tre anni attuando solo cure naturali. Cordiali saluti