La domanda è complessa. I farmaci possono essere diversi, perché in caso di fibrillazione atriale bradicardica NON devono essere assunti (o devono essere assunti in dosi ridotte e personalizzate) i farmaci che riducono la frequenza del battito cardiaco (ad esempio, i betabloccanti, la digitale, il verapamil, l’amiodarone, altri antiaritmici). La terapia anticoagulante va effettuata in ogni caso, perché il rischio tromboembolico è presente sia nella fibrillazione atriale “bradicardica” che in quella “tachicardica”. L’impianto di un pacemaker è indicato se la frequenza della fibrillazione atriale rimane troppo bassa e/o se ci sono pause prolungate dopo aver sospeso i farmaci controindicati, oppure se questi farmaci non si possono togliere (ad esempio, per la presenza di aritmie ventricolari importanti).