La fibrillazione atriale cronica a bassa frequenza può/deve essere trattata con impianto definitivo di pacemaker quando 1) si associa a sintomi indicativi di una ridotta portata cardiaca (astenia, facile affaticabilità, dispnea a riposo o per sforzi lievi moderati) e non buona qualità di vita; 2) compare in una patologia cardiaca che richiede l’impiego di farmaci necessari ad aumentare la contrattilità del muscolo cardiaco (quindi in presenza di segni di scompenso cardiaco); 3) è necessario fare una terapia con farmaci che peggiorerebbero la bradicardia (betabloccanti, Calcioantagonisti) come nel caso dell’angina pectoris o dopo infarto del miocardio.