Se suo padre si trova ricoverato in una Struttura fornita di una unità di terapia intensiva cardiologica, sicuramente il problema acuto dell’insufficienza respiratoria (probabilmente legato ad un edema polmonare secondario ad una crisi ipertensiva) è stato adeguatamente affrontato. Una volta ottenuta una stabilizzazione delle condizioni generali del paziente, si tratta poi di verificare se è opportuno eseguire una coronarografia per verificare se la crisi respiratoria è stata anche scatenata da un’ischemia cardiaca e di valutare l’eventuale ruolo dell’insufficienza aortica. La presenza di patologia vascolare diffusa (aorta addominale, carotidi) aumenterebbe il rischio in caso di intervento cardio-chirurgico. Si faccia pertanto spiegare con chiarezza come intendono procedere i cardiologi che hanno in cura suo padre (non credo proprio che non sappiano dare risposte, ma piuttosto che non abbiano voluto esprimere pareri definitivi quando le condizioni del paziente non erano ancora stabili). Nulla le vieta poi di sentire altre opinioni, rivolgendosi eventualmente a strutture cardiologiche ad elevata specializzazione della sua regione (lei non dice nella sua mail dove risiede).