Ogni volta che si subisce un insulto ischemico (cioè da scarso afflusso di sangue) che esita in infarto (come nel suo caso), avviene la morte delle cellule colpite. Quindi il suo grado di invalidità (spero più basso possibile) è già stato raggiunto in occasione degli ictus subiti.
Tendenzialmente, il cervello reagisce alla perdita di cellule con fenomeni di riarrangiamento "plastico", cioè tende a rimpiazzare le cellule morte con l'attività delle cellule superstiti. Quindi, in assenza di altri infarti, la situazione tende (entro certi limiti) sempre a migliorare.
Il problema è impedire che avvengano altri infarti.
Da qui comincia la prevenzione cardiovascolare.
Saluti