Gentile Signora,
da quanto lei riferisce, ha cominciato ad assumere il Ginoden, che è un contraccettivo orale e non un preparato per la terapia sostitutiva ormonale in menopausa, da quando aveva 44 anni. Probabilmente il motivo per cui ha iniziato ad assumerlo era la presenza di irregolarità mestruali o l'esigenza di adottare un metodo contraccettivo. Al momento, avendo mestruazioni indotte farmacologicamente dalla pillola che assume, lei non è in grado di sapere se la menopausa è sopraggiunta o meno, anche se la sintomatologia provocata dalla carenza estrogenica tipica della menopausa (vampate di calore), potrebbe comunque presentarsi con dosi di estrogeni così basse come quelle contenute nel contraccettivo orale che sta assumendo (30 microgrammi). Le dosi di estrogeni contenute nei farmaci utilizzati per la terapia ormonale sostitutiva in menopausa sono infatti molto più elevate.
Il mio consiglio, quindi, al fine di conoscere con chiarezza il suo stato ormonale in condizioni fisiologiche, è di sospendere la pillola ed attendere l'eventuale comparsa di cicli spontanei, che tuttavia potrebbero anche non ricomparire. In ogni caso a quel punto sarebbe opportuno rivolgersi ad uno specialista ginecologo, in grado di valutare la sua situazione, effettuando magari opportuni dosaggi ormonali, e quindi di consigliarle i provvedimenti più opportuni.
Gentile signora,
l'asportazione delle ovaie, come probabilmente già sa, induce una menopausa cosiddetta "chirurgica", con conseguente abolizione della produzione di estrogeni ovarici.
Tali ormoni sono di importanza fondamentale per il trofismo delle mucose dell'apparato genito-urinario (vulva, vagina e vie urinarie escretrici), che in condizioni di carenza estrogenica divengono più facilmente esposti all'attacco di agenti patogeni microbici. Tale condizione può essere aggravata da una tendenza alla stitichezza, e quindi ad un ristagno di feci a livello rettale, con conseguente aumento della carica microbica che per contiguità può passare alla vagina o alla vescica, determinando infezioni.
Immagino che nel suo caso si tratti di cistiti recidivanti, che si manifestano con i classici sintomi (aumento della frequenza minzionale, tenesmo vescicale, dolore alla minzione e magari comparsa di sangue nelle urine) e non di una semplice batteriuria (presenza di batteri nelle urine) asintomatica.
Il mio consiglio è di trattare adeguatamente con antibiotici specifici (sulla scorta dell'antibiogramma) l'affezione acuta e di effettuare successivamente una profilassi adeguata delle reinfezioni assumendo fermenti lattici, curando l'alimentazione e la regolarità dell'alvo e assumendo integratori a base di estratti di cranberry (mirtillo rosso americano), efficaci nella prevenzione delle infezioni delle vie urinarie.
Riguardo alle formazioni osservate all'ecografia e poi scomparse, le direi di non preoccuparsi, in quanto potrebbe trattarsi di sieroceli e cioè di raccolte sierose circoscritte da briglie aderenziali, che possono normalmente formarsi a seguito di interventi chirurgici.
Risposta a cura del Dott. Francesco Guida U.O.S.C. Ginecologia e Ostetricia A.O.R.N. "A. Cardarelli" - Napoli