L’ ectopia renale è dovuta alla mancata migrazione dell’organo dalla sua sede originaria a quella definitiva durante la vita intrauterina. L’ectopia può essere alta (rene intratoracico) o più frequentemente bassa (lombare, iliaca, presacrale e pelvica); vi può essere inoltre ectopia crociata (con ambedue i reni da un lato del rachide) con o senza fusione del parenchima renale.
Nel caso in questione vi sarebbe anche una ipoplasia renale, cioè una riduzione di volume del rene di natura congenita. Nella forma di ipoplasia unilaterale, che è la più frequente, i bambini sono di solito asintomatici, e l’ anomalia viene scoperta accidentalmente nel corso di indagini (spesso per IVU, più frequenti nel rene ipoplasico).
La scintigrafia renale è una metodica che prevede l’uso di radiofarmaci per lo studio della funzionalità renale.
La scintigrafia statica impiega un radiofarmaco, l’acido dimercaptosuccinico (DMSA Tc99m), che si fissa selettivamente nel parenchima renale consentendo di valutarne eventuali alterazioni e di studiare separatamente la funzionalità renale .
La scintigrafia sequenziale, che ha praticato il bambino in questione nell’ iter diagnostico, sfrutta invece la capacità di alcuni radiofarmaci di venire captati ed eliminati dai reni; pertanto La metodica non ha importanti effetti collaterali, non è invasiva e la dose di irradiazione è bassa, pertanto è ripetibile anche entro periodi di tempo relativamente brevi, quando è necessario.
È senza dubbio consigliabile che il bambino in questione effettui un follow-up scintigrafico per monitorare la funzionalità renale nonostante i piccoli svantaggi che la procedura comporta.