Mia moglie è da tre settimane che presenta una febbricola insistente. La temperatura non sale oltre 37 e 3 ma lei avverte uno stato di malessere diffuso. Per i primi giorni è stata curata per influenza, presentando mal di gola e dolori alle ossa. Dopo una settimana un medico internista gli ha diagnosticato una infezione intestinale ed è stata in cura otto giorni con Bactrim. Intanto dalle analisi fatte (analisi delle urine, urinocultura, coprocultura, tampone faringeo, Ves, Tas, transaminasi, vidal-wright, Indici tiroidei, ecografia pelvica, rx torace, e dalle analisi del
Sangue) non è risultato nulla di rilevante tranne un lieve aumento degli
Eosinofili. Ora dopo un'altra settimana un altro medico le ha diagnosticato una febbre criptogenetica. Cosa le devo consigliare? Di accettare la diagnosi finale e "dimenticarsi della febbre" o di fare ulteriori indagini diagnostiche? Lei pensa al peggio e non riesce ad accettare il fatto di avere una febbre di incerta provenienza e tutto ciò la rende nervosa. Che
Incidenza può avere il fattore psicosomatico in tutto questo?