La sua domanda posta in maniera semplice è, di converso, particolarmente complessa. Nei pazienti affetti da fibrosi cistica uno dei caposaldi della terapia è certamente l'antibiotico. Questo ha il compito preciso di combattere il prevalere delle popolazioni batteriche sulle difese immunitarie locali. Solo a presentarla così ci si può porre la domanda: ma posso prevenire in qualche modo questo prevalere dei batteri? La risposta è si. Mediante cicli di FKT respiratoria che consentono una migliorata espettorazione e, pertanto, una minor quota di secreto stagnante nelle vie aeree profonde. Ancora, è estremamente utile anche la prevenzione mediante pulizia continua delle prime vie aeree in quanto questi pazienti sono affetti spesso da sinusiti, riniti, faringiti, ecc. che possono essere punto di partenza di infezioni respiratorie inferiori. Neanche voglio dilungarmi sull'opportunità nel mantenimento di tante buone abitudini a volte dimenticate; va ricordato che ogni forma di infezione delle vie aeree va curata a letto a temperatura costante. L'abitudine, in alcune famiglie, di far stare i figli febbricitanti in pigiama sul divano del tinello è da abbandonare. La durata della terapia antibiotica, ancora, può dipendere dalla sua scelta adeguata: un antibiogramma su un prelievo di secrezioni mucosa profonde potrebbe aiutarci ad individuare il farmaco più adatto al momento che potrà, conseguentemente, meglio conbattere l'infezione e distanziare il prossimo ciclo di terapia. Tante sono le cose con potrei ancora scrivere in merito: quello che volevo ottenere, però, è farle intendere che la durata di una terapia antibiotica o i cicli ripetuti di essa non sono determinati in astratto ma sono correlati allo stato del paziente o meglio da come il paziente giunge alla terapia antibiotica stessa.