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Esperto Risponde

Problemi cognitivi

Mia sorella 67 anni soffre da 30 anni di depressione bipolare e curata . Da 6 mesi circa non fa nulla,dici che fa tutto lei ma non è vero. È incontinente e non si accorge che è bagnata. Mangia poco anche se i pasti sono già pronti. È apatica. Qualsiasi cosa non la fa. È seguita da psichiatria e geriatra ma non deriva dalla depressione. La RSM ha evidenziato Sfumata leucoariosi vadcolopatie,cosa si può fare? Dato che comincia ha avere problemi cognitivi. Si può aiutarla a migliorare? Grazie

Risposta del medico
Specialista in Psichiatria e Psicoterapia

Buongiorno,

grazie per aver condiviso la situazione di sua sorella, comprendendo quanto questa condizione sia preoccupante per lei e la sua famiglia. Provo a riassumere per cercare di risponderle: sua sorella, che soffre di disturbo bipolare da molti anni e ha avuto in cura una depressione, da circa sei mesi sta mostrando sintomi di apatia, scarsa consapevolezza di sé (come l’incontinenza non riconosciuta), ridotto appetito e difficoltà nelle attività quotidiane. Nonostante il supporto di uno psichiatra e di un geriatra, si è notato un peggioramento delle sue capacità cognitive e l’assenza di miglioramenti dai trattamenti abituali per la depressione. La risonanza magnetica ha evidenziato una lieve leucoaraiosi, che indica un danno cerebrale da vasculopatia (dovuta a piccoli vasi sanguigni danneggiati).

La leucoaraiosi è una condizione che coinvolge alterazioni della sostanza bianca del cervello, comune nelle persone anziane o in chi ha fattori di rischio cardiovascolare come ipertensione, diabete o un passato di disturbi del circolo sanguigno cerebrale. Questo tipo di danno può interferire con l’elaborazione delle informazioni, la memoria e le funzioni esecutive, e può causare apatia, rallentamento mentale e difficoltà nell’autocura. In molti casi, questo quadro può associarsi a una condizione chiamata “demenza vascolare” o a un decadimento cognitivo lieve di origine vascolare, che talvolta si sovrappone a disturbi come la depressione, rendendo difficile distinguere le cause dei sintomi.

Ecco alcuni passi che potrebbero aiutarla a comprendere meglio la situazione e a migliorare la qualità della vita di sua sorella:
Una valutazione da un neuropsicologo potrebbe permettere di chiarire l'entità dei problemi cognitivi e la loro natura specifica. Questo aiuterebbe anche a capire meglio quali aree del cervello e quali funzioni cognitive sono più compromesse, permettendo ai professionisti di pianificare interventi mirati.

Sebbene non esista una cura per la leucoaraiosi, i medici potrebbero valutare terapie che favoriscono la circolazione cerebrale o proteggono i neuroni per rallentare il danno, o anche usare trattamenti adatti alla demenza vascolare. Farmaci come gli inibitori dell’acetilcolinesterasi (usati per le demenze) possono talvolta essere indicati nei casi di decadimento cognitivo, ma vanno sempre valutati attentamente dal medico.

Gli interventi riabilitativi, che includono attività cognitive e stimolazione (come esercizi di memoria, giochi che coinvolgono il pensiero e il linguaggio, o esercizi pratici di routine), possono aiutare a mantenere le capacità residue e favorire l’autonomia in alcune attività quotidiane. Un terapista occupazionale potrebbe anche valutare se sua sorella necessiti di strumenti per la vita quotidiana, migliorando l’autosufficienza e prevenendo incidenti.

Come familiari, il vostro ruolo è essenziale, ma è anche importante che riceviate sostegno per gestire meglio la situazione. Associazioni di pazienti e servizi di assistenza domiciliare (a seconda delle risorse locali) possono aiutarvi a ottenere consigli pratici, momenti di riposo e anche informazioni per accedere ai supporti sociali che sua sorella potrebbe aver bisogno.

Ogni caso è unico, ma questi approcci possono permettere a sua sorella di mantenere il miglior livello di autonomia e qualità di vita possibile. Con il monitoraggio e l’assistenza del suo geriatra e psichiatra, queste misure potrebbero offrire un miglioramento o, quanto meno, un supporto che renda più facile gestire la progressione del problema.

Spero che queste indicazioni possano esserle utili per migliorare la qualità della vita di sua sorella e offrire a lei e alla famiglia un po’ di sollievo.

Cordiali saluti,
Federico Baranzini
Psichiatra e Psicoterapeuta a Milano

Risposto il: 11 Novembre 2024