reazione emotiva alla scoperta di HIV in un familiare
Gentile Dottore,ho appena scoperto che una mia cugina, a me molto vicina, é sieropositiva. Non avrei mai voluto saperlo, ma ha deciso di confidarmelo dopo un anno e mezzo dalla scoperta e sono la sola a portare il peso di un segreto cosí grande, anche se posso solo immaginare quanto lo sia per lei. La mia prima preoccupazione é stata sulla sua salute fisica ed emotiva. Lei é ora serena e fisicamente sta bene, é informata, ha scoperto la sua condizione molto presto ed é sotto controllo.Poi, egoisticamente, ho iniziato a pensare anche alla mia salute e a quella dei miei cari che lei frequenta tantissimo, mentre io abito all'estero e ho poche occasioni di vederla.Mi sono sempre reputata una persona intelligente, colta e assolutamente libera da pregiudizi. Finché non é capitato a una persona cosí vicina. A lei non lo do a vedere, ma la mia mente é stata presa da pensieri che fino a ieri avrei giudicato ignoranti. E me ne vergogno.Mi é venuto in mente quando, 6 mesi fa, le ho fatto la manicure in casa, usando la stessa limetta e la stessa strumentazione. Non mi sarebbe tornato alla mente questo episodio se non fosse che mi ricordo il fatto che lei non volesse usare la mia limetta con la scusa che lei, essendo infermiera, fosse da poco entrata in contatto con un paziente affetto da epatite e voleva fare le analisi. Era falso. Inizialmente ho usato la sua limetta per lei, poi senza volerlo ce la siamo scambiata e le abbiamo usate entrambe indistintamente. Ma non mi sono preoccupata, convinta che la storia dell'epatite fosse una sua paranoia.So bene che la pelle e le unghie, cosí come la saliva, non sono fonte di contagio. Eppure ho mille pensieri. E se avesse avuto una microferita, e io anche? Io ho spesso ferite nelle unghie. E se la sua lima fosse giá infetta in una precedente manicure in cui lei si era ferita?Immagino che lei, Dottore, sia invaso da domande stupide di questo tipo. E la risposta la so giá. Eppure ho bisogno di un conforto.La ringrazio