Gentile Signore,
la cardiopatia ischemica è una patologia molto seria che mette a rischio la sopravvivenza stessa del paziente determinando morte improvvisa aritmica o insufficienza ventricolare.
L’intervento chirurgico di rivascolarizzazione miocardica (by-pass) è una tecnica assolutamente standardizzata da anni, con margini di sicurezza notevoli anche in considerazione del rischio di mortalità in assenza di intervento.
Ovviamente, come ogni tipo di intervento chirurgico, anche questo presenta un rischio di mortalità e morbidità operatoria variabile a seconda del caso specifico. Esistono infatti tabelle di rischio che tengono conto di una serie ampia di variabili (co-morbidità) che influenza l’intervento chirurgico. Tuttavia in condizioni di base (pazienti a basso rischio ovvero con buona frazione di eiezione del ventricolo sx (FE > 50%), senza insufficienza renale, senza arteriopatia extracardiaca) il rischio chirurgico si assesta intorno al 1-2% a fronte di un rischio molto maggiore di mortalità per infarto.
Per quanto riguarda i danni cerebrali irreversibili da ipossia cerebrale questi sono un’evenienza fortemente ridotta se si escludono placche arteriosclerotiche carotidee superiori al 50% bilateralmente e se non ci sono condizioni, come “l’aorta a porcellana” in cui le manovre chirurgiche possono determinare il rischio di mobilizzazione di placche arteriosclerotiche con embolia cerebrale.
Per cui il mio consiglio è di andare incontro all’intervento chirurgico che Le hanno prospettato in quanto intervento “salva vita” avendo cura di eseguire uno screening pre-operatorio con ecocardiogramma con valutazione della clampabilità dell’aorta e doppler dei tronchi sovraaortici per escludere eventuali placche carotidee critiche.
Sperando di aver dato risposta ai suoi dubbi e augurandole in bocca al lupo,
Le invio distinti saluti