Buongiorno, vorrei sottoporre alla Vostra cortese attenzione il caso di mio padre, di anni 65, il quale a seguito di esami clinici (ricerca di sangue occulto nelle feci, colonoscopia, TAC total body) è stato sottoposto ad intervento chirurgico a seguito di diagnosi: adenocarcinoma al sigma. L'intervento, tenutosi in un policlinico della Toscana il 08 febbraio 2007, è riuscito molto bene a detta dell'equipe che ha operato, ed il decorso post-operatorio risulta essere veloce e buono (mio padre è gia a casa dal 17 febbraio, si alimenta tranquillamente ed ha recuperato tutte le sue funzioni ordinarie). Abbiamo ricevuto ieri il referto istologico che recita: ADENOCARCINOMA a medio grado di differenziazione (G2), ulcerato, con aree mucinose (muco extracellulare) infiltrante a tutto spessore la parete. Non infiltrazione neoplastica di 8 linfonodi paracolici nè di 2 linfonodi principali, nè dei margini di resezione chirurgica. Non infiltrazione neoplastica. Classificazione T2 N0 Mx B/I G2 Per la precisione la neoformaione vegetante era di cm. 3,5 x 2.
Dalla interpretazione del primario che lo ha operato e della sua equipe il referto è più che buono, tanto probabilmente da non necessitare di nessuna terapia adiuvante, ma comunque a giorni seguendo il protocollo incontreremo l'oncologo. Vorrei gentilmente conoscere la Vostra opinione, rispetto al referto, ma soprattutto se riterreste o meno necessario (o quantomeno utile) un trattamento chemioterapico adiuvante, soprattutto per diminuire il rischio di recidiva, essendo oggi la zona ed il resto completamente puliti? Nel ringraziarVi per l'ottimo servizio che prestate e rimanendo in attesa di una vostra autorevole risposta, porgo distinti saluti.
Risposta del medico
Dr. Fegato.com
Il quesito che ci pone, richiede la conoscenza completa del caso clinico ed inoltre è di elettiva pertinenza dello specialista oncologo, piuttosto che dell’epatologo, in quanto il fegato non appare coinvolto