Gli acidi biliari sono molecole prodotte a livello epatico dalla degradazione del colesterolo. La quantità di sali biliari contenuti nell’organismo è molto variabile da soggetto a soggetto, oscillando fra 2 e 5 g. Essa viene mantenuta costante dalla sintesi di nuove molecole di sali biliari (400-500 mg/24 h), che sostituiscono la quantità escreta con le feci. Si distinguono in acidi biliari primari (prodotti direttamente dal fegato) e secondari; quelli primari sono l’acido colico e l’acido chenodesossicolico; essi vengono successivamente coniugati con glicina o con taurina per formare molecole più idrosolubili. Si parla in questo caso di Sali Biliari. Essi vengono immessi attraverso il coledoco, tubicino di connessione tra colecisti ed intestino, nel lume intestinale, dove vengono metabolizzati dalla flora batterica, trasformandosi negli acidi biliari secondari, desossicolico e litocolico. Infine, in parte sono soggetti al riassorbimento intestinale, e ciò vale sia per gli acidi biliari primari che secondari (circolazione entero-epatico degli acidi biliari, che si ripete 5-10 volte al giorno). Essi possono aumentare nella cirrosi epatica e biliare, nelle epatopatie croniche ed acute, nel M. di Hodgkin, nella Mononucleosi, nelle Neoplasie della colecisti e del pancreas. Un loro aumento può comportare l’insorgenza di una sintomatologia pruriginosa.