Gentile signora, ho veramente scarsi indizi per formulare un parere esauriente; tuttavia, in quanto scrive, vi sono alcuni elementi che mi permettono di esprimere una ipotesi di lavoro a partire da una sua affermazione: "a questo punto mi rallento e faccio movimenti controllati".
Una spiegazione che lei stessa implicitamente fornisce è che, quando rallenta, riesce a mantenere un contatto più consapevole con la realtà che la circonda. Se invece, le circostanze o il suo stato psico-fisico la portano a "staccarsi" da ciò che accade, tanto da allontanarsi (psichicamente) come a volte le è capitato quando aveva 12 anni, ecco che allora vive in forma diversa o scissa ciò che sta accadendo da ciò che lei "realmente" percepisce.
Io sono convinto della bontà della sua strategia: quando sente che la realtà le sta sfuggendo, si fermi, rallenti, porti a maggiore consapevolezza quanto sta accadendo, cerchi di padroneggiare gli eventi.
Nel caso faccia fatica, non indugi a richiedere l'aiuto del suo medico di base (affinché approfondisca meglio l'esame del caso per quanto di sua competenza) e consultare un professionista esperto (psicoterapeuta) per un supporto che le permetta di essere più presente nella sua realtà quotidiana.