L’aritmologia, specie dopo l’entrata in uso delle tecniche ablative, è divenuta una specialità nella specialità e per i suoi elevati contenuti tecnici e teorici richiede l’uso di una corretta terminologia. La descrizione del suo caso, per quanto relativamente dettagliata, lascia delle perplessità, probabilmente proprio perché comunque è difficile per Lei sottolineare quelli che sono i punti focali di inquadramento del suo, peraltro complesso, caso. Per di più io non sono un esperto in questo campo, non essendo le tecniche ablative utilizzate nella clinica in cui opero. Mi sembra comunque di sentire emergere dal suo racconto la sensazione di una discrepanza tra le conclusioni tratte dall’esame elettrofisiologico iniziale e quelle derivate dall’ecocardiogramma transesofageo. I dati, così come Lei li riporta, mi lasciano effettivamente dei dubbi, ma non posso essere certo della correttezza con la quale li riporta e non mi sento quindi di esprimere un parere. D’altra parte il Centro al quale si è rivolto ha certamentente una elevatissima esperienza nel campo specifico e riterrei giusto che, per avere adeguate spiegazioni (ovvia necessità!), si rivolgesse direttamente a coloro che hanno studiato il suo caso, discutendo con calma la rilevanza dei diversi problemi riscontrati con le diverse metodologie e facendo un punto chiaro dei possibili problemi derivanti dal proseguimento della terapia medica prescritta (e che peraltro mi sembra adeguata) o se possono esistere ulteriori soluzioni interventistiche in grado di migliorare il suo stato di salute, con quali benefici e con quali rischi di applicazione.