Gentile dottore/dottoressa,
Il mio problema consiste nel non riuscire a provare piacere, ma solo intenso fastidio, a livello sessuale. È cominciato tutto quando avevo 12 anni: mi stavo stimolando e ho sentito una sorta di "piccata", credo a livello clitorideo; da quel momento qualcosa è cambiato, e ora (che ho 23 anni), se provo a toccarmi o a consumare un rapporto, provo appunto solo fastidio. Mi sento tesa, ipersensibile, direi quasi indolenzita. La zona vulvare è costantemente arrossata ma le ginecologhe che ho consultato non trovano una causa fisica al problema e mi hanno consigliato di andare da uno psicologo. Aggiungo che soffro spesso di candidosi e che sono ancora vergine, motivo per cui non ho svolto alcun esame interno. Io sono omosessuale e non nutro molto interesse nella penetrazione maschile. Questi sintomi le fanno venire in mente qualche patologia? Può consigliarmi da quale tipo di specialista dovrei farmi visitare? Ma poi, se non dovessi mai consumare un rapporto con un uomo, non mi verrà mai neanche agito un esame approfondito sui genitali interni? La ringrazio in anticipo per il suo tempo e per la risposta,
Cordialmente,
Chiara Nesi
Gentile ragazza,
potrebbe trattarsi di una situazione infiammatoria cronica dove si legano sia fattori di tipo infettivo (candidosi recidivanti) sia di tipo neuropatico (vale a dire un'infiammazione persistente dei nervi della zona interessata), oppure ancora di tipo irritativo per alterazioni del ph locale (uso di prodotti aggressivi per l'igiene locale),...
Penso sia utile l'esecuzione di approfonditi tamponi locali per uno studio approfondito della flora batterica locale, ed, eventualmente anche degli esami elettromiografici per valutare la corretta funzionalita dei nervi sesitivi della zone interessata.
Capisco che i sintomi che lei descrive possano impattare in maniera profonda sulla sua qualità di vita.
La possibilità di una visita completa, anche interna, e quindi più approfondite e che potrebbe aiutare nel meglio inquadrare il problema, è resa ora difficile dalla presenza di un imene integro.
La rotura dell'imene avviene in maniera fisiologica con i primi rpporti penetrativi.
Tuttavia, se ciò non corrispondesse ai suoi desideri o inclinazioni, lo stesso risultato potrebbe essere ottenuto con l'uso di specifici dilatatori vaginali di dimensioni gradualmente crescenti che la paziente può introdurre da sola in vagina.
Naturalmente si tratta di di una metodica che va eseguita solo dopo una visita presso un medico di sua fiducia con particolare preparazione nel campo delle problematiche dolorose femminili e sotto suo stretto controllo.
Cordiali saluti
dott. Piergiorgio Biondani.