Gentile Signora, le sepsi anali sono spesso sottovalutate o poco considerate dai pazienti e talvolta dagli stessi medici che le considerano patologie "minori".
Purtroppo non è così perchè la lunga evoluzione temporale di queste patologie condiziona severamente la qualità di vita di chi ne è affetto per periodi anche molto lunghi.
Infatti all' ascesso anale segue abitualmente (tranne in casi molto fortunati e non distinguibili preventivamente) l' insorgenza di una fistola che si consolida dopo circa 2/3 mesi. Solo allora sarà possibile eseguire gli opportuni accertamenti per studiarne dettagliatamente il percorso, tra i quali l' ecografia endoanale riveste particolare importanza.
Dopo la "mappatura" della fistola il chirurgo proctologo provvederà ad eseguire l' intervento rimanendo in un delicato equilibrio fra l' aggressività chirurgica (necessaria per debellare nel modo più radicale possibile la sepsi anale evitando recidive) e, la maggiore conservazione possibile della muscolatura che compone l' apparato sfinteriale anale (necessaria per garantire una buona continenza delle feci).
Purtroppo non è infrequente che tra i primi segni dell' ascesso e la guarigione della successiva fistola passi un anno o più.