Gentile dottore, scrivo per mia mamma, 53 anni, operata nel gennaio 2014 per k vescica, nel febbraio 2014 per timoma B1; nel luglio 2014 le hanno diagnosticato istiocitosi a cellule di Langherans; circa 1 mese fa operata di nuovo per k vescica con questo risultato. Notizie cliniche: Neoplasia vescicale recidiva (presso Ta G2); Materiale inviato e descrizione macroscopica: A) neoformazione collo vescicale ore 12. 1 frammento. 1/1 TI; B) neoformazione confluenti parete anteriore, frammenti per 2,5 g. N/2 TI; C) neoformazione parete laterale sinistra. 1 frammento. 1/1 TI ga Diagnosi istopatologica: A) C) frammento di carcinoma papillare uroteliale a basso grado (sec who 2016), non infiltrante il tessuto connettivo sottoepiteliale. (Ta). Non evidenza di infiltrazione linfovascolare. Tonaca muscolare propria non rappresentata nel prelievo in esame. B) frammenti di carcinoma papillare uroteliale a basso grado (sec who 2016), non infiltrante il tessuto connettivo sottoepiteliale. (Ta). Non evidenza di infiltrazione linfovascolare. Tonaca muscolare propria non rappresentata nel prelievo in esame.
Oggi ha iniziato ciclo di instillazioni endovescicali con mitomicina e farmorubicina. Vorrei chiederLe un parere sulla terapia, eventuali alternative, inoltre se l'ipertermia oncologica potrebbe risultare utile in concomitanza; vorrei inoltre sapere se può esistere un nesso tra istiocitosi, malattia autoimmune (soffre di psoriasi alle gambe e ha sofferto di alopecia) e tumore. Grazie mille in anticipo
L'approccio terapeutico è quanto comunemente adottato in questi casi di tumore vescicale superficiale. La chemioterapia endocavitaria unita ad ipertermia è una variante un poco più raffinata, ma per ora non ha ancora dato prova di essere francamente più efficace. I collegamenti con le altre patologie non sono chiaramente dimostrabili.