La domanda non va posta in questi termini. Sicuramente un infarto anteriore che ha ridotto la capacita’ del cuore di funzionare dal 60% (valore normale) al 35% richiede molta attenzione e sorveglianza perche’ la terapia sia quella ottimale e avvenga un controllo attento di tutti i fattori di rischio. Tuttavia esistono dei parametri che il cardiologo utilizza per definire il rischio generale di eventi e ogni paziente e’ diverso dagli altri. La coronaropatia puo’ interessare solo il vaso dell’infarto oppure essere gia’ presente su altri vasi, vi puo’ essere il diabete che accelera la progressione della malattia coronarica etc. In generale si possono sopportare anche piu’ di un episodio infartuale ma e’ importante che ogni nuovo evento venga trattato subito e che la coronaria venga liberata dal trombo velocemente e possibilmente entro la prima ora. E’ un eventuale ritardo nel trattare l’infarto che puo’ determinare la morte cellulare di una area piu’ estesa di cuore.