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Esperto Risponde

Valutare indicazione a chemioipertermia

Una donna di mia conoscenza 53 anni, è stata operata ad ottobre per un fibroma. L'esame istologico ha evidenziato invece un sarcoma endometriale stromale di alto grado. Successivamente la tac ha evidenziato 2 metastasi polmonari, diffuse metastasi al peritoneo nonchè ad alcuni linfonodi. Le sono stati fatti 4 cicli di chemio (non mi ricordo quali e in che misura) e il 18 maggio avrà la tac di controllo. Io le chiedo, per favore, di essere sincero e di dirmi cosa ne pensa della sua prognosi. Nessuno ci ha detto chiaramente cosa dobbiamo aspettarci perchè, essendo sempre stata presente anche lei, credo che i medici non abbiano voluto "scoraggiarla" ulteriormente dato che inizialmente voleva rifiutare anche le cure. Nemmeno mio suocero però ha mai avuto il coraggio di chiedere ad un Professore la sua reale impressione...troppa è la paura di sapere la cruda verità temo...io le chiedo questo...cosa pensa lei in cuor suo? Poi ogni fisico anche alle cure reagisce a modo suo e lo so, ma lei leggendo questa diagnosi cosa direbbe a primo impatto? Mi scuso tanto ma la prego di dirmi cosa pensa... Grazie mille
Risposta del medico
Dr. Piero Gaglia
Dr. Piero Gaglia
Specialista in Chirurgia generale e Oncologia

Gentile Signora,
La situazione di Sua suocera e’ sicuramente molto seria, come sempre quando vi sono metastasi a distanza, in particolare nel peritoneo (= carcinosi peritoneale).
I pazienti affetti da carcinosi peritoneale hanno una speranza di sopravvivenza non superiore ai 2 anni.
Data la giovane eta’ della paziente (53 anni) puo’ essere proposto un trattamento molto aggressivo, che consisterebbe in:
- asportazione chirurgica delle metastasi peritoneali e contemporanea chemioipertermia intraperitoneale intraoperatoria;
- asportazione chirurgica delle metastasi polmonari.
E’ evidente che si tratta di un trattamento molto complesso, la cui indicazione puo’ essere data soltanto visitando la paziente e valutando direttamente le immagini delle TAC.
Si tratta peraltro dell’unica terapia che puo’ dare (se attuabile e comunque in una bassa percentuale di casi) una lunga sopravvivenza.

Eventualmente a risentirci.

Dott. Piero Gaglia
SSCVD Chirurgia Oncologica e Tecnologie Biomediche Applicate
AO Citta’ della Salute e della Scienza di Torino


Risposto il: 20 Maggio 2013