Buonasera, ho subito una colecistectomia in seguito a una angiocolite. L'intervento è avvenuto in urgenza il 14 maggio, è tutto è andato bene. Per scongiurare il rischio di flebite, seguo una terapia di eparina (Lovenox), un'iniezione al giorno per 14 giorni, con controllo delle piastrine due volte alla settimana. Porto anche le calze di contenimento. Fra otto giorni (quindi poco dopo la metà di questo periodo di 14), per lavoro dovrei fare un viaggio aereo della lunghezza di un'ora, e ritornare con lo stesso viaggio due giorni dopo.
Il mio chirurgo ritiene che sia troppo presto e che, nonostante tutti questi trattamenti (eparina, calze ecc.) e la brevità del viaggio (1 ora totale), la pressurizzazione dell'aereo comporti un rischio troppo grande. Preciso che 10 anni fa avevo avuto un episodio isolato di flebite molto leggera e superficiale, infatti fu curato con 10 giorni di eparina e basta. Peraltro, il chirurgo che mi ha “vietato” il viaggio aereo non era al corrente di questo episodio. Secondo voi questo atteggiamento estremamente prudente è giustificato? Come è meglio comportarsi? Grazie
Il suo racconto non è chiaro. Infatti non dice se in passato ha sofferto di frequenti episodi di tromboflebite agli arti inferiori; se soffre di trombofilia e se è esposto per motivi di lavoro a flebotrombosi. Ha mai eseguito un esame ecocolordoppler venoso agli arti inferiori? Dopo che mi avrà dato queste notizie potrò rispondere in maniera compiuta ed esauriente alla sua domanda. Cordiali saluti e a presto. Dr Gaspare Serrentino Cardiologo-Angiologo