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Bambini allergici a ogni cosa…oppure no

Bambini allergici a ogni cosa…oppure no

Aumentano i bambini allergici in Italia ma sempre più spesso le paure dei genitori superano la realtà. Colpa di una scarsa informazione.

Le allergie sono un vero e proprio incubo per i genitori italiani. È questo uno dei punti emersi durante la IV Giornata del Bambino Allergico, tenutasi a Firenze lo scorso 13 febbraio 2009.

Molti genitori confondono semplici intolleranze per allergie alimentari: se secondo i genitori il 12% dei bambini soffre di allergie alimentari, a test fatti solo il 4% ne è colpito davvero.

Ma perché questa confusione? Disinformazione, pubblicità e scarsa conoscenza della differenza tra allergia ed intolleranze alimentari sarebbero tra le cause dell’eccessivo allarmismo. Problema inverso invece per l’asma che, dati alla mano, viene sottovalutata nella maggior parte dei casi.

Il punto focale della questione è l’eccessivo allarmismo e la scarsa conoscenza che i genitori hanno delle allergie: troppi sentito dire e poche conoscenze reali; alla fine l’idea è che le allergie siano una Patologia incurabile e estremamente rischiosa per la salute dei propri figli.

Questo non significa che il problema sia da sottovalutare, ma che bisogna osservare bene sintomi e caratteristiche, evitare le diagnosi fai-da-te, rivolgersi al proprio medico e cercare la cura più idonea.

Quel che è certo è che indubbiamente si è registrato negli ultimi anni un incremento dell’Incidenza del fenomeno allergico tra i bambini: ne soffrono tre bambini su dieci, un numero che, rispetto a 50 anni fa, è triplicato.

Gli allergeni si nascondono ovunque e spesso in luoghi ritenuti sicuri.

Nelle scuole, ad esempio, si annidano polvere e polline che rendono le ore di studio un vero e proprio martirio per i più piccoli colpiti da sindrome allergica.

Fortunatamente qualche speranza arriva dalla medicina: per aiutare i bambini ad attaccare e sconfiggere le allergie sono al vaglio della ricerca vaccini specifici.

Grazie alle più innovative tecniche diagnostiche, infatti, è possibile studiare alla lente di ingrandimento anche il più piccolo allergene e mettere a punto un vaccino specifico solo per lui.

Ultimo aggiornamento: 31 Marzo 2017
2 minuti di lettura
Commento del medico
Dr. Paolo Noschese
Dr. Paolo Noschese
Specialista in Malattie dell'apparato respiratorio

Le allergie non sono malattie così diffuse tra i bambini. Almeno negli ultimi anni non sono più in crescita come per gli scorsi decenni.

L’incubo dei genitori d’oggi è generato, probabilmente, da due fenomeni concomitanti e concorrenti. I continui aggiornamenti in ambito allergologico modificano frequentemente ed a volte anche profondamente le conoscenze in questo campo. Difficilmente larga parte della classe medica non specialista può seguire tali evoluzioni e può essere tentato di etichettare come reazioni allergiche tutto ciò che ha parvenza di stranezza, di pruriginoso, di inatteso: di non altrimenti spiegabile.

Ecco che un prurito diffuso, semmai dopo una gran mangiata di cioccolato, induce a parlare di orticaria allergica; oppure una tosse cronica in un bambino esposto al fumo passivo diretto od indiretto di uno o entrambi i genitori vale a creare il caso della “tosse allergica”.

Cosa dire, poi, delle sempre più frequenti  di allergie ai farmaci? Altra Cenerentola della medicina. Nella mia personale e non originale esperienza di pratica ambulatoriale quotidiana sono tanti i pazienti che giungono alla osservazione specialistica con questa ipotesi diagnostica per avere avuto, semmai, solo una forte gastrite dopo ripetute assunzioni di antiinfiammatori!

Il secondo fenomeno da non sottovalutare è lo smisurato aumento della esposizione dei bambini alla assunzione di alimenti conservati ed elaborati e, pertanto, giustamente contenenti coloranti, conservanti, edulcoranti, stabilizzanti, agglomeranti, ecc. Certamente i casi di “allergie”, facendo merenda con una buona fetta di pane e confettura di frutta fatta dalla nonna, sarebbero meno frequenti.

Potenti sono i media che richiamano sempre più spesso l’attenzione delle madri e dei figli su questo prodotto o quest’altro: sembra impossibile non cedere agli ammiccanti spot!

“Come facevamo prima?” È ovvio che tali alimenti non sono “tossici” ma dovremmo fare i conti con il fatto che spesso ne vengono assunti proprio tanti e, giustamente, il risultato è dato dalla somma delle assunzioni. Difficile da credere? Bene, pensate, allora, che il numero dei reflussi gastrici, altro tipo di patologia correlabile, però, a scorrette alimentazioni, nel nostro paese è quintuplicato negli ultimi quindici anni.

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