Li chiamano bugiardi patologi: sono quegli individui che fondano tutta la loro vita su un'immensa bugia e in certi casi assurgono agli onori delle cronache per aver ottenuto anche importanti riconoscimenti o per aver compiuto gesti folli, come il suicidio o l’omicidio dei propri familiari, dopo essere stati scoperti.
Chirurghi, avvocati, giudici, studenti: spesso il bugiardo patologico riesce anche a costruirsi una brillante carriera e chi si è affidato a loro per cure mediche o consulenze professionali resta stupefatto di fronte alla notizia che in realtà tutto, dalla carriera scolastica a quella universitaria, era fondato su un’enorme menzogna.
In alcuni casi tutto inizia con una bugia che può sembrare innocente: “ho superato quest’esame”, con la certezza che prima o poi si recupererà. Che ci sarà tempo e occasione. Ma poi gli esami irrisolti si accumulano, e arriva il momento della laurea e allora ecco che manca il coraggio per confessare ed uscire allo scoperto. Da qui, il passo per la falsificazione di certificati di laurea e riconoscimenti è breve.
Ma si ha notizia anche di bugiardi patologici che si sono costruiti identità e vite diverse, come lo scrittore tedesco Karl May, che nei suoi 101 anni di vita ha messo in piedi ben 8 identità diverse.
E spesso la menzogna patologica sfocia nel disturbo dissociato di personalità, perché mantenere per lunghi anni una doppia o tripla vita può confondere profondamente la percezione di ciò che è vero e ciò che non lo è. Ma quali sono le cause della pseudologia (termine tecnico per definire l’ossessiva abitudine alla menzogna)?
Nel 40% dei casi è associata ad una disfunzione a livello del sistema nervoso centrale, mentre uno studio recente condotto da Adrian Raine dell’University of Southern California e apparso sul British Journal of Psychiatry ha scoperto che i bugiardi patologici avrebbero un cervello diverso da quello degli altri, caratterizzato da una minore quantità di materia grigia e una maggiore quantità di materia bianca.
Avrebbero, quindi, una ridotta capacità di apprendimento ma una maggiore capacità di far apprendere.
Come spiega lo studioso, mentire richiede uno sforzo maggiore e anche la presenza di una più corposa rete di collegamento ad un livello più basso della sostanza grigia.