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Campionato di calcio: in aumento gli infortuni in campo

Campionato di calcio: in aumento gli infortuni in campo

La colpa dei tanti giocatori infortunati è dei campi rovinati e della velocità di gioco. A rischio sono soprattutto ginocchia e legamenti.

A fare goal, regalare emozioni ai tifosi e infiammare gli stadi italiani ci si può rimettere la salute. A fotografare l’Incidenza di incidenti, traumi e lesioni tra i calciatori di serie A in Italia è un'indagine condotta con la collaborazione dei medici sportivi di dieci squadre di Campionato (Bari, Brescia, Cagliari, Catania, Cesena, Chievo, Fiorentina, Lazio, Lecce, Napoli).

Lo staff medico di queste squadre ha messo a disposizione dei ricercatori i dati medici relativi ad incidenti e traumi diagnosticati ai calciatori, mentre i dati relativi alle altre dieci squadre sono stati estrapolati dalle statistiche sui giocatori indisponibili per infortunio pubblicate sul sito cult, la Fantagazzetta: dalle analisi emerge che il 55% dei problemi è di natura muscolare e il 25% riguarda crack che impediscono ai calciatori di giocare per almeno un mese.

La fotografia mostra che, nella stagione di campionato 2010-2011, si sono verificati 600 infortuni nelle venti squadre impegnate in campo. A rimetterci sono soprattutto i muscoli e le gambe dei giocatori per colpa dei campi da gioco sempre più rovinati e di una velocità di gioco in costante aumento.

In aumento soprattutto fratture, distorsioni, lesioni articolari, stiramenti e infiammazioni: problemi che in certi casi possono compromettere seriamente la stagione calcistica di un atleta e della squadra che lo porta in campo.

I più traumatizzati? Il Milan, l’Inter, la Juventus e la Roma hanno totalizzato da sole il 30% degli infortuni (complessivamente 165 infortuni); al contrario Bari, Brescia, Sampdoria e Lecce hanno totalizzato sol 106 infortuni in campo. In generale le squadre dell’Italia settentrionale risultano essere quelle più a rischio: 215 infortuni contro 138 del Sud. Un gap che può essere spiegato con l’impatto benefico che il clima mite delle regioni meridionali ha sulla salute del sistema muscolo-scheletrico.

E infatti la squadra più in salute è il Napoli: solo 13 infortuni nella stagione di riferimento. Tre di essi piuttosto seri: Cristiano Lucarelli, ad esempio, è stato costretto a sottoporsi a una ricostruzione del legamento crociato.

Alfio Scudero, medico sociale del Catania Calcio, spiega l‘aumento dell’Incidenza di traumi ai legamenti crociati del ginocchio con il fatto che negli ultimi tempi il gioco si è fatto via via sempre più intenso. Ma gli esperti puntano il dito anche contro un allenamento eccessivamente intenso.

Scudiero spiega: "in Italia le fasi di preparazione e training sono puntate a sviluppare il lavoro di forza dei calciatori, a mettere su massa muscolare e resistenza. Mentre ad esempio in Inghilterra o Sud America i club svolgono un lavoro più leggero. E spesso oltre al canonico lunedì di riposo, gli allenatori concedono anche il martedì. In Italia non accade mai”.

Come prevenire questi infortuni? Prestando una particolare cura all’allenamento estivo che rafforzi la resistenza muscolare e utilizzando con maggiore regolarità gli strumenti di diagnostica per immaginiche permettono di scoprire infortuni ben prima che si presentino i primi dolori. 

Ultimo aggiornamento: 22 Maggio 2015
3 minuti di lettura
Commento del medico
Dr. Sergio Lupo
Dr. Sergio Lupo
Specialista in Medicina dello sport

Sicuramente l’aumento dei carichi di lavoro e il cambiamento 'tecnico' nel gioco del calcio, con aumento della velocità di movimento e del numero di cambi di direzione, favoriscono un aumento di rischio traumatico su muscoli e articolazioni (non a caso nel Calcio a 5, dove proprio la velocità e le variazioni brusche di direzione sono prevalenti, gli infortuni capsulo-legamentosi hanno un’incidenza maggiore).

Deve però essere sottolineato che soprattutto le squadre top level, che sono poi quelle che hanno subito il maggior numero di infortuni, effettuano un numero di gare molto più elevato che in passato, diminuendo sia il tempo utile per il recupero che quello necessario all’allenamento.

A questo va poi aggiunta la necessità di recuperare rapidamente gli atleti di maggior livello, accelerando a volte i tempi e causando rischi di recidiva e/o di nuovo trauma. Per concludere quindi: sicuramente l’aumento dei carichi di lavoro ha una importanza nell’aumento dell’incidenza degli infortuni nel calcio, ma a questo va aggiunto anche il minor tempo di recupero e il minor tempo di allenamento di tipo generale che l’atleta ha a disposizione per rendere ottimale la prestazione fisica.

La prima soluzione sarebbe sicuramente la diminuzione delle gare da effettuare oppure, come molte squadre di alto livello ormai già fanno, avere un numero di atleti di alto livello tale da poter schierare in campo 2 squadre.

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