Anche se un banale luogo comune afferma che non ci sono più le stagioni come una volta, il solstizio di estate porta ogni anno con sé un nuovo clima, la voglia di vacanze, l'impazienza di togliere dall'armadio i costumi da bagno, i giochi all'aria aperta, le merende sull'erba...
Per tutto questo il denominatore comune è uno solo: il caldo, a volte secco come nel deserto, spesso afoso come nella foresta tropicale, benedetto da molti, vituperato da altrettanti, invocato dai contadini, deprecato dagli impiegati, protagonista assoluto dei discorsi nei bar e nei mercati.
Che cosa fa il caldo al nostro corpo?
Per la fisiologia, il caldo ambientale viene vissuto dall'organismo come un assalto pericoloso contro cui vengono messi in atto meccanismi autonomi di difesa, finalizzati alla dispersione di quel calore che in caso contrario risulterebbe nocivo; fra tutti, la principale e più efficace arma è data dalla sudorazione: la cute, resa umida o addirittura bagnata dal sudore, a contatto con l'aria ambientale viene rinfrescata dall'evaporazione che ne consegue, ottenendo una piccola diminuzione della temperatura cutanea, magari facilitata da ventagli, ventilatori, climatizzatori ed altri rimedi popolari.
In tal modo, se la Cute si raffredda, ne consegue che il Sangue circolante nei capillari subisce una minima variazione di temperatura e il corpo evita di surriscaldarsi (popolarmente, basandosi sullo stesso principio, ci si bagnano i polsi per ottenere refrigerio).
I problemi della sudorazione eccessiva
Questo meccanismo benefico della sudorazione comporta però degli inconvenienti, primo fra tutti la perdita, assieme alle gocce di sudore, di elementi minerali fondamentali per il benessere fisico, elementi la cui carenza, se massiva, comporta l'instaurarsi di patologie gravissime o addirittura mortali.
Sudare molto, se non si compensano queste perdite, diventa pertanto un rischio particolarmente insidioso per le persone più deboli, cioè gli anziani e i bambini piccoli che, per motivi di scarsa cognitività, sono i più esposti alla disidratazione ed alle sue gravi conseguenze.
Combattere questo pericolo diventa ogni anno un leit motiv del Ministero della Salute, che puntualmente, in occasione dell’inizio della stagione calda e quando le temperature fanno salire di molto la colonnina dei termometri, emette raccomandazioni riassumibili in alcune norme di comportamento:
- evitare l’esposizione al sole nelle ore più calde della giornata
- compensare la perdita di acqua mediante l’assunzione di liquidi
- contrastare il deficit minerale con un'alimentazione ricca di frutta e verdura
- utilizzare possibilmente bevande saline (succhi di frutta, spremute di agrumi, the)
- non coprire il corpo con troppi strati di indumenti per non esasperare la sudorazione
- non rimanere a cute nuda per evitare un lavoro eccessivo delle ghiandole sudoripare.
Caldo e digestione
A questa prevenzione della disidratazione va anche aggiunto un altro consiglio fondamentale, riguardante il meccanismo fisiologico che sta alla base della digestione gastrica che prevede un aumento dell'afflusso sanguigno a questo organo: quando lo Stomaco infatti riceve un alimento, liquido o solido che sia, mette immediatamente in atto il processo digestivo, che richiama nello stomaco stesso una maggior quantità di sangue, necessaria per ottenere l’energia richiesta dal lavoro gastrico.
Questo 'furto' di sangue da parte del tubo digerente si realizza a spese degli altri organi, e particolarmente del cervello, che ricevendo una quantità minore di sangue corre il rischio di ischemizzarsi, cioè di non essere sufficientemente nutrito ed ossigenato, con conseguenze che vanno dal semplice senso di vertigine fino alla confusione mentale, alla perdita dei sensi e addirittura ad attacchi ischemici veri e propri, preludio al decesso.
La richiesta di sangue da parte dello stomaco è tanto maggiore quanto più è freddo il cibo che si ingerisce, ed ecco che in estate, oltre al pericolo della disidratazione, nasce quello della 'congestione' conseguente all’introduzione di liquidi molto freddi o anche semplicemente all’esposizione ad una doccia fredda con lo stomaco colmo di cibo (da cui il vecchio consiglio popolare di non fare il bagno subito dopo mangiato).
In conclusione, oltre a provvedere al necessario apporto idrico e salino, è necessario non cedere alla tentazione di introdurre bevande ghiacciate oppure di raffreddare troppo repentinamente la superficie corporea: quello che sembra essere un sollievo rischia di trasformarsi in un pericolo, con conseguenze anche gravissime.
Le cifre, purtroppo, sono disastrose e devono far riflettere: nell'ultimo decennio il 2% di tutti i decessi è stato causato dal caldo, con la situazione peggiore in Italia e in Spagna. Se nell'estate 2010 i decessi dovuti alla temperatura eccessiva sono stati zero a Dublino, sono invece state registrate 388 morti a Roma, 120 a Torino e 95 a Milano. Non è un bel primato, purtroppo.