L’estate entra nel vivo e si torna a parlare di rischio-melanomi: un’occasione per individuare i consigli che gli organi sanitari italiani ed europei propongono per sottoporsi ad un’abbronzatura intelligente e per adottare comportamenti corretti quando i nei cambiano forma, dimensione e colore.
Estate, sole e abbronzatura sono, nell’immaginario collettivo, praticamente sinonimi: la tintarella estiva può, però, trasformarsi in un fattore di rischio che può essere arginato adottando alcune precauzioni, peraltro poco impegnative.
Pericolose scottature e ‘allergie’ causate dal sole sono state al centro del più recente Congresso nazionale unificato di Dermatologia e Venereologia: tantissimi sono gli italiani che ignorano le insidie generate dall’esposizione prolungata ai raggi UVA e UVB e che adottano protezioni insufficienti e inadeguate: 9 italiani su 10 usano scorrettamente le creme solari con applicazioni irregolari o ‘a singhiozzo’; un italiano su 10 sviluppa orticarie o reazioni allergiche conseguenti alla esposizione al sole o generate da ipersensibilità verso gli stessi filtri solari adoperati.
Le vittime delle fotodermatiti sono aumentate, nel nostro Paese, dal 3-4% del 2000 all’attuale 10%: Patrizio Mulas, presidente dell’Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani e direttore dell’Unità di Dermatologia dell’ospedale oncologico cagliaritano Businco di Cagliari ha spiegato che circa 20 milioni di italiani non adottano creme solari e almeno 11 milioni di essi le utilizzano soltanto nei primi giorni di esposizione.
L’esposizione al sole è riconosciuta come causa principale dell’incremento dei tumori della pelle: è dunque fondamentale conquistare con pazienza e in maniera graduale un’abbronzatura ‘intelligente’, senza dubbio più sicura e priva di effetti collaterali.
Se l’esposizione al sole risulta eccessiva, la Cute assume un colorito giallastro, abbellita da un’abbronzatura temporanea solo per periodi molto brevi; in particolare, poi, una esposizione indiscriminata può causare insolazione con conseguenti cefalee, Vertigini, nausee e stati dolorosi generalizzati nonché effetti cronici come macchie della pelle, efelidi e rughe.
È, inoltre, necessario imparare a identificare gli elementi-chiave per riconoscere la trasformazione di un neo preesistente in un melanoma o i danni di un nuovo neo al fine di evitare il rischio-insorgenza di melanoma.
Per memorizzare più semplicemente questi elementi fondamentali, potrebbe essere utile imparare questa regola ‘alfabetica’: A come asimmetria della lesione, B come bordi irregolari e frastagliati, C come colore policromo (bruno, rosso, nero, rosa), D come dimensione superiore a 6 millimetri, E come evoluzione progressiva (quando, cioè, la lesione tende ad allargarsi e a raddoppiare nell’arco di 3/6 mesi).
Per evitare inutili allarmi, è utile sapere che, di regola, i bambini e gli adolescenti al di sotto dei quindici anni di età non sviluppano il Melanoma e che non tutte le ‘macchie’ che compaiono sulla pelle di un individuo adulto sono melanomi: spesso, infatti, si tratta di lesioni benigne.
In presenza di molti nei o di un neo del diametro complessivo superiore ai 6 millimetri, risulta necessaria una visita presso il medico curante e/o da un dermatologo. Se vene consigliata una asportazione chirurgica del neo a carattere precauzionale, è utile sapere che non sussiste alcun pericolo ad asportare i nei, purché venga condotta una verifica istologica. A seguito dell’operazione, è necessario autocontrollarsi con l’ausilio di uno specchio o di un familiare ogni 3/6 mesi.