L’ultima è una vittima eccellente: Papa Benedetto XVI si è fratturato il polso per una caduta causata da una disattenzione.
Il Pontefice ha celebrato la messa con il polso ingessato, in seguito all’operazione subita. Ma non è il solo che deve convivere con fratture, arti ingessati ed il gran caldo che rende tutto più complesso.
Il rischio di slogarsi polsi e caviglie e di doversi ingessare a seguito di apparentemente innocue cadute aumenta in estate, soprattutto tra le donne che per vezzi estetici si affidano a sandali e scarpe che lasciano il piede molto libero, aumentando, cosi, il rischio di inciampare.
La Frattura al polso è piuttosto frequente - quando si cade, per proteggersi si mettono in avanti e, così, il polso è il primo a rischiare – ed è particolarmente diffusa tra gli anziani che, a causa dell’età, soffrono di debolezza ossea e tra i giovani che praticano sport.
In numeri, illustrati da Francesco Bove, presidente della Fondazione Aila (italiana per la lotta ad Artrosi ed Osteoporosi) ogni anno si registrano 19mila fratture al polso, 70mila fratture dell’anca e 20mila fratture vertebrali.
Ma come si riconosce una frattura al polso?
Il gonfiore e il dolore intenso sono i due segnali principali. Ma è facile confondere una semplice distorsione con una frattura. Per questo motivo è necessario immobilizzare immediatamente il polso e rivolgersi ad un medico che può facilmente riconoscerla. A seconda del livello di gravità della fattura si può ingessare l’articolazione o optare per un intervento chirurgico.
Il trattamento conservativo è generalmente la scelta più comune e solo nei casi più urgenti e gravi si decide di portare il paziente in sala operatoria. I tempi di ripresa variano a seconda dell’età e del tipo di frattura, ma di solito l’ingessatura va portata per almeno quattro settimane; ma se i tempi di ripresa devono essere più brevi si opta per l’operazione: è il caso di tutti i giovani che praticano attività sportiva a livello agonistico.