Dolore acuto al petto, produzione di enzimi che indicano un infarto in atto ed elettrocardiogramma anomalo: sembra un infarto a tutti gli effetti e invece non lo è. Basta fare una coronarografia sul paziente per scoprire che non esiste alcuna occlusione alle coronarie.
La chiamano Sindrome di Tako-Tsubo, un nome coniato dai cardiologi giapponesi perché il Cuore si ingrossa e assume una forma bizzarra, simile a una clessidra o meglio al Tako-Tsubo, un cesto usato dai pescatori nipponici per catturare i polpi.
Sindrome di Tako-Tsubo: lo studio
Più comunemente questa cardiomiopatia da stress viene indicata come “sindrome da crepacuore” e adesso sembra non avere più segreti grazie al lavoro di un gruppo di cardiologi dell’Università Cattolica di Roma, guidati da Filippo Crea, che è stato pubblicato sul prestigioso European Heart Journal.
Il team di studiosi capitolino ha studiato per circa un mese 15 donne di 68 anni ed è riuscito a venire a capo della causa fisiologica di questa patologia che si presenta improvvisamente e altrettanto improvvisamente scompare dopo qualche settimana.
I cardiologi hanno utilizzato uno strumento di ultima generazione, l'ecocontrastografia miocardica, per studiare approfonditamente la regione apicale del cuore.
Secondo il team di Crea la disfunzione che provoca un rigonfiamento del cuore è causata da uno Spasmo che si verifica nel microcircolo coronarico (una fitta rete di piccoli vasi coronarici).
Proprio con l'ecocontrastografia miocardica gli studiosi sono riusciti ad esaminare in modo preciso e sicuro la funzionalità del microcircolo coronarico e a confermare la loro ipotesi: la disfunzione a livello del microcircolo causa il rigonfiamento del muscolo cardiaco e provoca i sintomi infarto tipici, ma poi questo spasmo si allenta e dopo qualche giorno tutto torna alla normalità senza lasciare danni alle cellule cardiache.
Un recente studio pubblicato su Nature, inoltre, ha confermato che nei soggetti colpiti da Sindrome da crepacuore lo stress è tra le cause principali che scatenano la crisi e che nei pazienti si registra anche un aumento dei livelli di catecolamine, sostanze che vengono prodotte in risposta a uno stress e che agiscono come stimolanti naturali per il cuore.