Dialoghi complicati o monologhi, frasi senza senso o perfettamente comprensibili, borbottio e cambi di tono nella voce: possono essere gli elementi tipici di una normale conversazione, ma quando tutto questo compendio di azioni avviene mentre si dorme può creare qualche problema, soprattutto se non si dorme da soli.
Si chiama sonniloquio, e spesso si presenta in associazione con altri disturbi del sonno come il bruxismo, il pavor nocturnus, la
Parlare nel Sonno non provoca problemi di respirazione o di salute, ma di certo può essere imbarazzante e a volte può creare qualche difficoltà, soprattutto se si confessano cose che in stato di Veglia mai sarebbero state dette. Secondo gli esperti, il sonniloquio può presentarsi in ogni fase del sonno, più il sonno è leggero e più il discorso può essere comprensibile: nelle fasi 1 e 2 le persone possono mettere in piedi delle vere e proprie conversazioni con chi gli sta accanto, mentre nelle fasi 3 e 4 il disturbo può presentarsi più con grugniti o parole senza senso.
Il sonniloquio viene considerato lieve se gli episodi si verificano sporadicamente, moderato se si presentano più volte a settimana e grave se si parla nel sonno ogni notte e ciò provoca continui risvegli in chi dorme nella stessa camera. Non esiste un trattamento che curi il sonniloquio, ma se il disturbo persiste nel tempo e crea imbarazzo o disagio è bene parlarne con il medico di fiducia che potrà prescrivere esami per approfondire la questione (può esserci, ad esempio, un altro disturbo del sonno non ancora diagnosticato).
È importante non sottovalutare ripetuti episodi di sonniloquio, soprattutto se si è anziani, perché possono indicare una malattia neurologica, come il Parkinson. Alcune strategie possono aiutare: ad esempio seguire sempre la stessa routine del sonno, dormire un sufficiente numero di ore, evitare stress eccessivo, pasti pesanti o l’assunzione di bevande alcoliche prima di andare a dormire.