Prevista per il 7 febbraio prossimo a Sochi in Russia la cerimonia di inaugurazione dei Giochi Olimpici invernali. Un’occasione interessante e divertente, che si rinnova ogni quattro anni, per conoscere sport invernali mai visti prima, per riscoprire la bellezza di quelli più amati e magari per farsi cogliere dall’ispirazione di provarli in prima persona.
La stagione invernale è propizia, infatti, per mettersi alla prova con gli sci, lo snowboard o il pattinaggio sul ghiaccio, i più celebri sport invernali. Ma attenzione a fare il giusto riscaldamento prima di scendere sulle piste e ad arrivare preparati e allenati: è molto importante, infatti, fare qualche seduta di allenamento preparatorio nelle settimane che precedono le vacanze sulla neve. Inoltre mai sottovalutare il rischio disidratazione.
Con le basse temperature lo stimolo della sete si sente molto di meno e aumenta la probabilità di perdere liquidi. Il monito arriva dagli esperti dell'European Hydration Institut in un focus sul rapporto tra disidratazione e sport invernali. Già in condizioni normali il corpo umano perde liquidi attraverso le urine e il sudore, naturalmente questa perdita varia molto in relazione al tipo di attività fisica, alla quantità di liquidi assunti e all’abbigliamento, nonché alle temperature esterne.
Ma attenzione, credere che sia importante bere in modo adeguato solo quando fuori fa molto caldo è un errore: respirando l’aria fredda e secca si possono perdere fino a 5ml di liquidi in più semplicemente attraverso la respirazione. Un effetto che può avere importanti conseguenze se si vive a basse temperature per molto tempo, cioè durante la settimana bianca o un fine settimana sulla neve, ad esempio.
Unito a questo, l’esercizio fisico che si fa sulle piste può contribuire a far perdere anche 45 ml d’acqua all’ora. E allora se si è in partenza per una settimana bianca è bene seguire qualche semplice accorgimento: ricordarsi di bere molto, non aspettare di avere sete per bere, non coprirsi troppo per non sudare eccessivamente, ricordare che la necessaria quantità d’acqua viene garantita per il 20-30 per cento dagli alimenti e per il 70-80 per cento dalle bevande.