Se si pensa all’agorafobia viene alla mente l’immagine di un attacco di panico che si presenta nel mezzo di una grande piazza aperta. In realtà negli ultimi anni gli esperti hanno utilizzato il termine agorafobia per definire un disturbo caratterizzato dal panico e dall’Ansia incontrollata che si presenta quando si teme di rimanere intrappolati.
Un disturbo in crescita che colpisce persone sempre più giovani e di sesso femminile: secondo l'Istituto Nazionale di Salute Mentale (NIMH) statunitense, circa 3,2 milioni di americani convivono con l’agorafobia ed in gran parte dei casi i primi sintomi si manifestano intorno ai 20 anni.
Dover attraversare una galleria in autostrada a bordo di un’auto, oppure in treno, viaggiare su un aereo: sono situazioni che la maggior parte delle persone possono affrontare serenamente, riuscendo anche a convivere con una leggera sensazione di paura o di disagio, ma che per gli agorafobici possono trasformarsi in incubi terrificanti e impossibili da vivere.
Un semplice viaggio in auto, insomma, può scatenare una vera e propria crisi di panico e in molti casi chi soffre di agorafobia rinuncia a viaggiare perché bloccato dall’ansia anticipatoria. Tachicardia, mancanza del respiro, vampate di calore e sudorazione fredda, disturbi allo Stomaco e diarrea, Vertigini, sensazione di svenire: sono i principali sintomi della crisi di agorafobia, che deriva da un’anomala attivazione del sistema nervoso simpatico, la zona che entra in gioco quando un individuo si trova in condizione di reale pericolo e che nell’agorafobico si mette in moto anche in situazioni che non rappresentano un rischio.
Ma dove ha origine l’agorafobia? Le cause del disturbo non sono ancora del tutto chiare. Molti ritengono che l’agorafobia nasca a seguito di uno o più episodi di attacchi di panico che hanno avuto luogo in spazi aperti o su mezzi di trasporto. Il tentativo di evitare il ricordo del panico vissuto e di impedire che si ripeta spinge il soggetto ad evitare ogni tipo di situazione simile.
Ma alcuni studi recenti hanno anche osservato come nei soggetti che soffrono di attacchi di panico sia presente un'alterazione del locus ceruleus o dell’amigdala. L’insorgenza dell’agorafobia è stata associata anche ad un uso prolungato di tranquillanti e sonniferi e a disturbi dell’equilibrio e dell’orientamento spaziale. La combinazione fra terapia farmacologica e psicoterapia può essere efficace per tenere sotto controllo l’agorafobia.