Introduzione
L’infertilità è l’impossibilità per una coppia di concepire un bambino dopo un anno di regolari rapporti sessuali non protetti. È un problema molto comune determinato da varie problematiche in entrambi i partner: si calcola che circa il 30% dei casi di infertilità di coppia siano determinati da cause legate al partner maschile, un altro 30% sono legati a disfunzioni del partner femminile ed il restante 40% sia una combinazione di concause di entrambi i partner.
La fertilità dell’uomo
La fertilità dell’uomo si concretizza nell’abilità di produrre lo sperma, un liquido seminale che contiene un’adeguata concentrazione di spermatozoi maturi e funzionali e che ha la giusta concentrazione di elementi nutritivi. La fertilità è determinata anche dalla capacità di liberare un’adeguata quantità di Sperma all’interno della vagina della partner.
La produzione degli spermatozoi, i gameti maschili, inizia con la spermatogenesi, cioè con la produzione dello sperma: nei testicoli, le cellule germinali producono i gameti attraverso un complesso processo di divisione cellulare lungo alcuni mesi.
Una volta formati, gli spermatozoi abbandonano i testicoli migrando in un altro organo, l’epididimo, una struttura tubulare lunga da 4 a 6 metri circa che è arrotolata nella parte posteriore alta del testicolo. Nell’epididimo, gli spermatozoi maturano immersi in un ambiente liquido nutritivo, il liquido seminale.
Durante l’eiaculazione, gli spermatozoi sono spinti all’interno di un canale, i vasi deferenti, che conducono all’uretra e all’esterno.
Per il processo di corretta maturazione degli spermatozoi è fondamentale un patrimonio genetico integro e corretto, che guida il processo, ed un ambiente di sviluppo adeguato, ad una specifica temperatura, in cui è presente una giusta concentrazione di ormoni, in particolare del testosterone.
L’infertilità maschile
Considerando i meccanismi alla base della fertilità maschile, una condizione di infertilità si concretizza in problematiche che alterano la normale produzione, maturazione, vitalità e liberazione degli spermatozoi: l’uomo non fertile non riesce a produrre o a liberare nell’eiaculato un’adeguata quantità di spermatozoi perfettamente maturi e funzionali.
L’oligospermia identifica una condizione in cui nell’eiaculato sono presenti pochi spermatozoi, l’azoospermia, invece, implica la loro assenza.
Se, invece, la concentrazione di spermatozoi è adeguata ma la loro motilità e funzionalità è carente, si parla di astenozoospermia.
Numerosi fattori possono contribuire ad uno stato di infertilità. I principali possono essere suddivisi nei seguenti gruppi:
- fattori che agiscono in una fase “pre-testicolare”, che alterano la quantità e/o la qualità delle cellule germinali, progenitrici degli spermatozoi. In questo gruppo rientrano, per esempio, le patologie a carico dell’apparato endocrino che alterano, quindi, la produzione degli ormoni sessuali;
- fattori che agiscono in una fase “testicolare”, che alterano il processo di produzione dello sperma. A questo gruppo appartengono i danni del patrimonio genetico che guida la produzione dei gameti o le patologie che implicano un non corretto funzionamento dei testicoli;
- fattori che agiscono in una fase “post-testicolare”, durante il processo di fuoriuscita degli spermatozoi. Tra questi sono comprese le problematiche legate all’eiaculazione e alla capacità dello spermatozoo di fondersi con la cellula uovo femminile.
Le cause dell’infertilità
Tra le più comune cause di infertilità maschile, presenti anche in conbinazione tra loro, sono incluse:
- le alterazioni a carico dello sperma: lo spermatozoo prodotto può essere immaturo o può non avere la forma appropriata, oppure può essere incapace di movimento;
- il varicocele, cioè l’anormale ingrossamento delle vene dello scroto: la dilatazione delle vene comporta una non corretta irrorazione dei tessuti genitali che può alterare anche lo sviluppo degli spermatozoi. Il varicocele è una condizione molto diffusa, interessa circa il 16% della popolazione maschile e circa il 40% degli uomini con problemi di infertilità, ma è anche la causa di infertilità più facilmente eliminabile;
- l’eiaculazione retrograda avviene quando il liquido seminale è sospinto nell’uretra non verso l’esterno ma verso l’interno, verso la vescica. Di conseguenza, il volume dell’eiaculato è minore, e può essere non sufficiente. L’eiaculazione retrograda è dovuta all’incapacità dei muscoli e dei nervi della vescica urinaria di chiudere il canale uretrale al momento dell’eiaculazione. Caratteristica di questo disordine può essere un urina torbida subito dopo l’eiaculazione;
- l’ostruzione dei canali dell’apparato riproduttivo, cioè di quei vasi che lo Sperma percorre durante il suo processo di maturazione e di fuoriuscita all’esterno. Qualsiasi parte dell’apparato riproduttivo maschile, infatti, può ostruirsi, ostacolando il normale trasporto degli spermatozoi. Ciò può accadere a causa di problemi nello sviluppo, di infezioni e di infiammazioni o di interventi chirurgici.
Altre ragioni dell’infertilità maschile possono essere di natura ormonale poiché molti ormoni, prodotti soprattutto dalla ghiandola pituitaria e da alcune ghiandole dei testicoli, sono responsabili della produzione e maturazione dello sperma. Una scarsa produzione di cellule spermatiche può dipendere anche da una ridotta stimolazione ormonale.
I fattori di rischio
I fattori di rischio per l’infertilità nell’uomo sono vari e includono specifiche condizioni fisiche di salute, alcune malattie e fattori ambientali esterni.
Tra le condizioni fisiche rientrano la neuropatia diabetica, l’obesità estrema, lo sbilanciamento ormonale o l’alterato sviluppo dei testicoli (ipogonadismo). È comune anche la presenza di una torsione testicolare o di varicocele. Entrambe le condizioni comportano un minore apporto di sangue nell’apparato riproduttivo.
Tra le malattie correlate al rischio di infertilità rientrano alcuni disordini del sistema immunitario, alcune malattie del fegato e dei reni e alcune forme di anemia (per esempio quella falciforme), oltre alle infezioni tipiche degli organi genitali (per esempio la gonorrea e l’herpes genitale) e degli organi della riproduzione (la prostatite e l’epididimite). Sono considerati fattori di rischio anche alcune malattie infettive esantematiche, come il morbillo.
Altri fattori di rischio includono:
- la presenza di alcuni organi genitali infiammati come è, per esempio, il caso della prostatite nella quale può essere alterato il processo di produzione del liquido seminale;
- alcuni farmaci e supplementi, che agiscono alterando anche la produzione dello sperma e l’eiaculazione (steroidi anabolizzanti, alcuni farmaci contro l’artrite e la depressione, alcuni medicinali antiinfettivi e antiipertensivi, alcuni chemoterapici);
- alcuni regimi dietetici, per esempio quelli poveri in acido folico (vitamina B9) o in licoprene;
- un esercizio fisico eccessivo, che può diminuire il livello dell’ormone testosterone, fondamentale per la maturazione degli spermatozoi;
- l’esposizione ad alcuni agenti tossici (tra cui il mercurio o alcuni pesticidi) e a radiazioni;
- l’eccessiva esposizione al caldo, che può surriscaldare i tessuti testicolari;
- lesioni fisiche all’apparato genitale;
- alcune droghe, tra cui anche l’alcool, il metadone o la mariuana.
La diagnosi di infertilità
La diagnosi di infertilità si basa in primis sulla storia della persona riguardo eventuali difficoltà nel concepimento insorte nel passato e su eventuali episodi di lesione ai testicoli.
A questo si accompagna un esame fisico dell’apparato genitale, dello scroto e dell’area peritesticolare, attraverso il quale si possono identificare eventuali problematiche a carico degli organi e dei tessuti (per esempio il grado di elasticità e di morbidezza dell’organo o la presenza di cisti ostruttive).
L’esame del sangue è utile per evidenziare eventuali carenze o malattie ormonali che non permettono l’appropriata stimolazione degli organi genitali e la produzione del seme, mentre l’esame del liquido seminale permette di evidenziare il numero e la struttura degli spermatozoi, la loro concentrazione e la loro motilità.
Le indicazioni ricavabili da questi primi esami devono essere confermate da analisi più approfondite, utili anche per determinale il grado di infertilità.
Come si cura l’infertilità maschile
Il tipo di cura dell’infertilità maschile dipende dalla specifica natura del problema e dalla sua gravità. Generalmente, una terapia combinata che si avvale di farmaci, di tecniche chirurgiche e di tecniche tipiche della riproduzione assistita permette di superare il disturbo.
L’intervento chirurgico è comune in caso di varicocele (la varicocelectomia), attraverso il quale si riparano le vene scrotali dilatate. Molti studi hanno dimostrato che questo intervento facilita maggiore produzione di spermatozoi maturi ed efficienti. Generalmente, si ricorre all’intervento chirurgico anche in caso di ostruzione dei canali testicolare, per rimuovere la causa di ostruzione.
I farmaci, invece, sono l’arma chiave per la correzione del fenomeno di Eiaculazione retrograda e delle alterazioni immunologiche e ormonali.
Se queste tecniche non hanno successo, è possibile anche l’utilizzazione delle tecniche di fecondazione assistita, per facilitare l’incontro e la fusione dei gameti maschili e femminili anche in assenza di rapporti.
Una nota tecnica è l’inseminazione intrauterina, o inseminazione artificiale (IUI): gli spermatozoi sono raccolti in un catetere con il quale vengono inseriti direttamente nell’utero, immediatamente vicino le Tube di Falloppio, il luogo dove avviene la fecondazione.
In questo modo sono aggirate le problematiche legate alla non corretta fuoriuscita degli spermatozoi dai testicoli e alla loro scarsa motilità, di ostacolo nel raggiungimento dell’ovulo da fecondare. Con l’inseminazione intrauterina gli spermatozoi sono artificialmente protetti anche dalle secrezioni della vagina, che possono danneggiarli.