Mentre la circolazione più conosciuta è quella del sangue, attraverso le arterie e le vene, la circolazione della linfa costituisce ancora per molti un argomento sconosciuto e privo di interesse.
Al contrario, il sistema linfatico è fondamentale per la sopravvivenza del corpo, dal momento che costituisce la sede principale dell’interazione tra antigeni e sistema immunitario, cioè tra le sostanze estranee che aggrediscono il corpo e i meccanismi di difesa che vengono messi in atto per contrastare tale aggressione.
Le patologie legate ai linfonodi ingrossati
Tutto il sistema linfatico è una fitta rete di capillari che contengono al loro interno i linfonodi, delle “stazioni” di raccolta e smistamento che hanno sostanzialmente un solo compito: intercettare gli antigeni che giungono a loro attraverso il torrente linfatico e mettere in atto le difese per neutralizzarli, difese costituite fondamentalmente da linfociti e macrofagi, cellule specializzate nella lotta alle sostanze estranee e agli agenti infettivi.
L’aumento di volume dei linfonodi (le cosiddette “ghiandole gonfie”) può, quindi, essere causato:
- dalla produzione aumentata di linfociti con lo scopo di difesa verso un’infezione;
- dalla proliferazione di macrofagi e cellule infiammatorie, quale reazione ad uno stato di infiammazione.
In questi casi la struttura tipica dei linfonodi viene mantenuta intatta e proprio per questo motivo il linfonodo ingrossato per le cause suddette (infezione e/o infiammazione) è distinguibile dal linfonodo ingrossato per cause tumorali, che provocano invece uno stravolgimento della normale struttura linfonodale.
Infine, dal momento che il linfonodo possiede una grossa capacità di intercettare le cellule tumorali circolanti, ed essendo un ottimo terreno di sviluppo cellulare, si comprende facilmente il motivo per cui aumenta di volume anche in caso di invasione da parte di cellule metastatiche.
Quali sono le cause della linfoadenopatia
Le situazioni patologiche che sono causa di un aumento di volume di uno o più linfonodi sono veramente molte, alcune banali e altre molto gravi, per cui vediamo le più importanti o frequenti, rimandando ovviamente al medico curante la valutazione e la diagnosi del caso in oggetto.
Possiamo distinguere sei differenti tipi di patologie che causano linfoadenopatia:
- Malattie infettive: è un campo enorme e la classificazione delle linfoadeniti può essere fatta su diverse basi: acute o croniche, superficiali o profonde, distrettuali o sistemiche, primitive o secondarie. Se indaghiamo sulle possibili cause, troviamo virus, batteri, funghi e protozoi. Tutti sono in grado di aumentare la produzione di linfociti e macrofagi, con conseguente aumento di volume dei linfonodi.
- Malattie infiammatorie: in questo caso si stabilisce una iperproduzione di soli linfociti e le situazioni più frequenti sono rappresentate da malattie auto-immuni e malattie che coinvolgono il sistema immunitario, quali artrite reumatoide, sarcoidosi, lupus, anemia autoimmune. In questo gruppo rientrano anche le linfoadeniti da reazione a farmaci quali l’idantoina e le linfoadeniti reattive a processi infiammatori locali.
- Malattie tumorali: leucemie acute e croniche, linfomi e istiocitosi sono tutte patologie primitive dei linfonodi, mentre l’interessamento da parte di metastasi sono frequenti nei cancri della mammella, del polmone, della prostata, del tubo gastrointestinale, della testa e del collo, oltre ai melanomi e altri tumori più rari.
- Malattie infiltrative: nella malattia di Gaucher, in quella di Niemann-Pick e nell’amiloidosi le linfoadenopatie sono la regola.
- Malattie endocrine: solamente l’ipertiroidismo (malattia di Basedow) provoca aumento di volume dei linfonodi per iperplasia linfoide, mentre nelle altre malattie del sistema ghiandolare endocrino l’interessamento linfonodale è estremamente raro.
- Malattie a causa sconosciuta: la sarcoidosi, la sindrome di Kawasaki, la malattia granulomatosa cronica, la sindrome muco-cutanea, le malattie istiocitarie e altre condizioni decisamente rare chiudono questa lista.
Linfonodi ascellari ingrossati dopo vaccino anti-Covid
La crescente preoccupazione legata alla comparsa di linfonodi ingrossati o doloranti in seguito alla vaccinazione anti-Covid è un evento del tutto normale.
Infatti, la presenza di linfoadenopatia in corrispondenza del braccio sottoposto a iniezione vaccinale è segnalata come effetto avverso comune in seguito ad un richiamo di vaccino anti-Covid.
Si tratta di una risposta naturale connessa all’attivazione locale della risposta immunitaria nei linfonodi che drenano il sito di vaccinazione, e che quindi possono gonfiare nella zona ascellare pochi giorni dopo la somministrazione.
Questa reazione di solito svanisce dopo circa due settimane e, in ogni caso, la maggior parte delle persone non si accorge nemmeno del gonfiore ai linfonodi.