L'ossiuriasi è un'Infezione intestinale provocata da un verme di colore biancastro, l'ossiuro (Oxyuris vermicularis, Enterobius vermicularis), identificato per la prima volta nel 1758 dal naturalista svedese Linneo. I maschi adulti raggiungono la lunghezza di 2-5 mm, mentre le femmine raggiungono i 9-11 mm. Le uova depositate dalle femmine hanno dimensioni microscopiche.
Maggiormente esposti all'infezione da ossiuro sono i bambini che, mettendosi le mani in bocca, possono ingerire le uova.
Come si trasmette
Questa parassitosi si propaga, prevalentemente, in contesti scarsamente igienici, quindi non riconducibili esclusivamente alla scarsità di acqua. La trasmissione avviene per contagio oro-fecale.
Negli uomini l'uovo dell'ossiuro (il verme incriminato) raggiunge il duodeno e vi libera l'embrione; qui il verme si sviluppa fino a raggiungere lo stato adulto per proseguire il suo cammino verso l'intestino. In questa fase le femmine svolgono un ruolo determinante andando a depositare le uova, durante la notte, nelle pliche anali. È per effetto di queste movimentazioni notturne che spesso, i soggetti affetti da questa patologia, avvertito un fastidioso prurito.
In particolare nel bambino l'infezione avviene per via orale, per esempio, mettendo le mani in bocca dopo aver toccato oggetti contaminati, come giocattoli, biancheria o elementi da toilette; o semplicemente dopo essersi toccato il culetto sul quale può essere rimasto qualche residuo di feci (il cosiddetto “autocontagio”). Quindi, non è fondamentale solo una corretta igiene intima ma, anche un elevato grado di igiene dell'ambiente circostante. È di rara manifestazione l'infezione dovuta alle uova presenti sulla frutta o sugli ortaggi.
Come me ne accorgo?
La principale sintomatologia è rappresentata dal prurito, soprattutto a livello anale. Nei bambini un campanello d'allarme è rappresentato dall'eccessivo prurito avvertito soprattutto la sera a letto. Nelle bambine può anche manifestarsi prurito vulvare e vaginale.
A questa sintomatologia spesso si associano delle alterazioni comportamentali, come eccessiva irritabilità e irrequietezza.
Altri sintomi non di rara manifestazione sono:
- infezione alle vie urinarie
- reazioni allergiche
- appendicite
- disturbi all'apparato gastrointestinale (dolori addominali, nausea, vomito)
- disturbi di interesse neurologico (vertigini, Cefalea, incontinenza urinaria)
L'infezione si diagnostica riscontrando la presenza di ossiuri o di uova, nelle feci o nella regione anale. Il soggetto, quindi, viene sottoposto ad un esame parassitologico, applicando sull'ano una striscia di adesivo trasparente che verrà rimossa dopo un'ora circa e osservata al microscopio. Il parassita, se presente, rimarrà attaccato alla striscia adesiva. Spesso, in presenza di sintomi difficilmente inconfutabili, è necessario ripetere più volte il test perché i parassiti potrebbero non rivelarsi immediatamente.
Cosa fare?
I parassiti sono generalmente abbastanza resistenti ai trattamenti farmacologici, sebbene la terapia venga somministrata ciclicamente (dopo 10-20 giorni) per via orale.
L'unica strategia per prevenire e, conseguentemente, fronteggiare l'infezione è una corretta Profilassi che passa attraverso delle basilari norme igieniche.
È bene tenere presente le poche norme di profilassi generali, soprattutto se in zone ad elevato rischio di infezioni:
- tenere pulite le mani e soprattutto le unghie (sotto le unghie possono depositarsi le uova del verme)
- accurata detersione degli organi genitali
- non depositare le feci in terra
- non utilizzare le feci come concime
- sottoporsi ad esami delle feci
- evitare il contatto con i soggetti infetti.