La possibilità di partorire evitando la parte dolorosa della procedura va sotto il nome di Parto indolore. Si tratta di una tecnica che fa uso di una anestesia epidurale applicata tramite l'introduzione di un catetere nello spazio epidurale mediante il quale viene iniettata la sostanza anestetica. Questa tecnica di parto può essere indicata come la più efficace per eliminare il Dolore del Travaglio in quanto mantiene nella paziente la percezione delle contrazioni e dei propri movimenti.
Cosa succede durante il parto? Il dolore da parto è da attribuire alla zona uterina ed a quella perineale. Il dolore propriamente uterino si sviluppa durante la prima fase del travaglio, poiché le fibre uterine trasmettono la sensazione di dolore quando sono prevalenti le modificazioni dell'utero. Le fibre perineali, invece, afferiscono al midollo spinale a livello lombare e sacrale e vengono chiamate in causa nella seconda fase del travaglio, quando si presenta lo stiramento del perineo. In questo caso il dolore si presenta come intenso ma delimitato, dovuto al coinvolgimento dell'apparato muscolo-scheletrico. Posto che il dolore del parto supera, come intensità, perfino quello dovuto a frattura e a tumore, esistono comunque dei fattori che condizionano la percezione del dolore:
Il dolore del parto influisce sul funzionamento dell'apparato endocrino, cardiovascolare, respiratorio e metabolico della donna, tutte alterazioni che, in una donna sana, non provocano problemi, ma che in una donna con problemi funzionali potrebbero aggravare la situazione. |
Come si svolge
Bisogna porre la partoriente in posizione seduta o su un fianco; la posizione seduta è comunque preferibile quando i punti di riferimento non sono chiari o gli interspazi lombari non abbastanza aperti. Il legamento giallo è il punto di repere per il blocco epidurale. L'ago viene solitamente inserito nella parte medio-bassa del legamento giallo, dove ha uno spessore maggiore. Il catetere deve essere morbido per non provocare traumi al suo passaggio, soprattutto se sfiora le vene, ma abbastanza consistente da poter essere diretto nella direzione più opportuna.
L'anestetico locale iniettato viene a contatto con le radici spinali in concentrazioni adatte ad impedire la trasmissione nervosa della sensazione di dolore, lasciando però intatta la possibilità di muoversi e la sensazione delle contrazioni.
Esistono alcune complicanze relative all'anestesia epidurale, legate alla tecnica di esecuzione, che può provocare una sensazione di dolore o, in casi più gravi, perdita di coscienza e cefalea che non supera i 5 giorni. La complicanza più frequente è l'ipotensione materna. Rare, invece, le complicanze neurologiche e la formazione di ematomi.
Se eseguita correttamente, la tecnica di anestesia epidurale non ha effetti negativi, anzi ha molti vantaggi: riduce il consumo di ossigeno materno, migliora la perfusione degli organi addominali, pur non alterando il flusso dei grossi vasi, e protegge gli scambi placentari tra madre e figlio.
Perchè farlo
I vantaggi dell'anestesia epidurale sono molteplici. Innanzitutto il sollievo del dolore è efficace fin dalle prime fasi del travaglio, così non è necessario somministrare farmaci per via inalatoria che possono abbassare i riflessi della madre e del bambino. Inoltre, l'anestesia epidurale non interferisce con il progredire del travaglio; la madre resta cosciente e vengono mantenute intatte tutte le funzioni che permettono una efficace espulsione del feto. In pratica, è possibile controllare al meglio tutto il parto, le contrazioni, l'espulsione ed il primo contatto con il bambino.
Tuttavia, possono esserci situazioni che impediscono l'applicazione di questa tecnica. Alcune controindicazioni possono essere assolute, come in caso di sindrome HELLP, di sepsi nel punto di introduzione dell'ago, di piastrine inferiori a 100.000/mm3, o relative, come in casi di sclerosi multipla, infezioni sistemiche, operazioni precedenti alla colonna vertebrale, ecc.