È vero che non abbiamo più armi valide contro i batteri?
I microbi resistenti agli antibiotici sono sempre di più in tutto il mondo; secondo un rapporto pubblicato da "The Lancet" nel 2019 oltre 1,2 milioni di persone sono morte per antibioticoresistenza.
La maggior parte dei decessi nel 2019 è stata causata da resistenza ai farmaci utilizzati nelle infezioni delle vie aeree (bronchiti - polmoniti), da infezioni circolatorie ed infezioni intra-addominali (comprese cisto-pielo-nefriti).
Ad esempio, il batterio pseudomonas ed altri come stafilococco (ed altri batteri) provocano diversi tipi di infezioni (polmoniti e setticemie) spesso resistenti alle cure antibiotiche: ogni anno in Europa ci sono 33mila morti a causa dell'antibioticoresistenza, di cui 11mila sono in Italia.
I cosiddetti superbatteri sono una minaccia da combattere
La resistenza dei batteri agli antibiotici sta aumentando rapidamente. C'è urgente bisogno di nuove soluzioni per fermare le infezioni multiresistenti (quindi le morti evitabili) e una di queste è l'ossigeno-ozonoterapia.
Durante le infezioni croniche i normali processi difensivi non sono più in grado di distruggere i batteri; è a questo livello che si evidenza la positiva influenza dei perossidi formati durante il trattamento con ozono.
L'azione disinfettante e l'effetto antibatterico sistemico sono responsabili di una potente azione batterica e fungicida che si realizza mediante l'ossidazione dei microrganismi.
Una metodica di somministrazione ampiamente utilizzata è l'autoemoinfusione (gaei) eseguita prelevando sangue venoso del soggetto che, convogliato in una sacca certificata, viene trattato con una miscela di ossigeno-ozono e successivamente re-infuso. Tutta la metodica va eseguita secondo i protocolli Sioot (Società Internazionale di Ossigeno-Ozono Terapia).
Se viene rispettato il protocollo non è stata rilevata alcuna tossicità né manifestazione allergica nei confronti dell'ossigeno-ozonoterapia.