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Alghe tossiche, riconoscere i sintomi ed evitare le zone infestate

Alghe tossiche, riconoscere i sintomi ed evitare le zone infestate

Alcune alghe possono essere tossiche per la salute: ecco come riconoscerle ed evitarle
In questo articolo:

Ogni estate bisogna fare i conti con i vari allarmi lanciati qua e là sulle alghe cosiddette ‘tossiche’, dal momento che possono causare problemi alla salute, anche gravi.

Non tutte le alghe, però, è giusto sottolineare, sono dannose: sono componenti naturali degli ecosistemi acquatici e rappresentano la base della maggior parte delle catene alimentari di chi popola mare, fiumi e laghi. Le alghe hanno la caratteristica di convertire la luce solare in sostanze nutritive e così, quando le condizioni del tempo sono ottimali, si moltiplicano rapidamente.

Le alghe, inoltre, non possono essere nocive solo per gli esseri umani ma anche per i pesci: infatti, non solo impediscono il filtraggio della luce solare in acqua ma, quando muoiono, la loro decomposizione può consumare una grande quantità di Ossigeno, creando in questo modo delle vere e proprie ‘zone morte’.

Le alghe (alcune visibili, altre troppo piccole per essere individuate a occhio nudo), poi, se presenti in eccessive quantità, possono causare danni al turismo, dal momento che è ovvia la predilezione verso le spiagge pulite.

Alghe tossiche e problemi di salute

Per quanto concerne il pessimo rapporto tra alcune specie di alghe tossiche e gli esseri umani, gli effetti sono vari e problematici. Innanzitutto, i guai alla salute possono scaturire principalmente in tre modi:

  • inalando le tossine presenti nell’aria;
  • tramite il contatto;
  • mangiando frutti di mare contaminati (vongole, cozze, ostriche…).

Le conseguenze? Amnesia, crampi allo Stomaco, nausea, paralisi e, nei casi più gravi, la morte.
Mentre, in relazione ai primi segni (che generalmente si presentano dopo 2 - 6 ore dall’esposizione alla tossina prodotta dall’alga) bisogna menzionare disturbi a carico delle prime vie aeree (rinite, faringite e tosse), manifestazioni dermatologiche o altre situazioni quali la febbre, il dolore muscolare e la lacrimazioni agli occhi.

Sintomi cheè possibile evitare seguendo qualche semplice consiglio, come l’evitare il contatto con l'acqua quando ha un colore diverso dal normale (rosso, bruno, verde…) e presenta schiuma (quindi, meglio non nuotarci dentro).

Suggerimenti da tenere in considerazione soprattutto nei soggetti che sono affetti di per sé da disturbi di tipo respiratorio (gli asmatici, ad esempio) e in chi, già in spiaggia o nelle vicinanze, ha avvertito irritazione alle vie respiratorie e lacrimazione agli occhi.

È stato, infatti, accertato che sono sufficienti spostamenti di alcune decine di metri per eliminare o attenuare i malesseri e, in alcuni casi, si risolvono soggiornando in locali dotati di impianto di condizionamento.

Tuttavia, se i disturbi dovessero perdurare, si consiglia di consultare o il medico curante o di recarsi al Pronto Soccorso.

Leggi anche:
Oltre all'acqua di mare che dilata i pori, la talassoterapia utilizza anche alghe, fanghi e sabbia, ottimi per reumatismi e Artrosi.

 

 

Ultimo aggiornamento: 22 Luglio 2020
3 minuti di lettura

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