Roma, 25 mag. (AdnKronos Salute) - 'Vizi' da studenti fuori sede. Per cena, oltre il 60% degli universitari ricorre ai cibi da asporto almeno una volta alla settimana e con la stessa frequenza 1 su 2 non rinuncia all’happy hour. A rilevarlo è la fotografia che emerge da una delle prime indagini condotte in Italia sulle abitudini alimentari di un campione di studenti fuori sede di età compresa tra i 19 e i 27 anni, dalla Fondazione Istituto Danone (Fid) in partnership con l'Università Cattolica del Sacro Cuore e l'Università degli Studi di Pavia, presentata in occasione della celebrazione del 25° Anniversario della stessa Fid.
Proviamo a disegnare la giornata a tavola di chi si trova a studiare lontano da casa: quasi il 10% degli intervistati salta il pasto più importante della giornata, la colazione. E, tra quelli che la fanno, solo una minoranza privilegia gli alimenti più salutari come yogurt (23%), cereali (quasi il 31%) e succhi di frutta (30%). Per lo spuntino, mentre i più virtuosi prediligono la frutta (30%), molti si limitano a mangiare quello che trovano al momento (17,5%). A pranzo, il 73% dei fuori sede, che proviene in maggioranza dal Sud, predilige la 'schiscia', ma quasi la metà non rinuncia a ricevere, mediamente una volta al mese, cibo da casa: si tratta, quindi, di una sorta di 'contaminazione' della tradizione del Nord con quella delle culture regionali di provenienza.
La sera, il frigorifero è spesso desolatamente vuoto e una cena decente diventa un miraggio, per la felicità degli esercizi che offrono cibi da asporto: oltre il 60% del campione ricorre al take away almeno una volta la settimana e pizza e kebab sono gli alimenti più ordinati. Il 74% non rinuncia all'happy hour con gli amici, almeno una volta la settimana (51%).
Più del 70% beve, inoltre, alcol nel weekend e quasi il 35% lo fa anche in settimana, sia durante sia dopo i pasti. I fumatori sono pochi (29%), ma assidui: i più accaniti confessano di superare senza difficoltà le 5 sigarette al giorno.
Accanto ai vizi, ci sono però anche alcune curiosità: risulta in crescita il trend dei cibi biologici (24%) e integrali (33%). Oltre il 70% dichiara di aver cambiato le proprie abitudini a tavola diventando studente fuori sede: l’alimento più facilmente eliminato dalla dieta risulta essere il pesce (19,5%), soprattutto per ragioni di budget, che incidono anche sui comportamenti d’acquisto: 4 su 10 confessano candidamente che è il portafoglio a guidare le scelte e a spingerli verso i prodotti in offerta al supermercato. Significativa la poca informazione sulle allergie alimentari: il 16% degli intervistati dichiara di essere allergico ad alcuni alimenti come latticini o frutta, ma la maggior parte di loro (36%) non sa quale test allergologico abbia fatto per scoprirlo o magari non ne ha nemmeno fatto uno.
"I giovani studenti che affrontano per la prima volta il problema della loro Alimentazione - spiega Lorenzo Morelli, presidente della Fondazione e Preside della Facoltà di Scienze Agrarie, alimentari e ambientali dell'Università Cattolica del Sacro Cuore - possono incorrere nel rischio di cattive abitudini. Sensibilizzarli e informarli sul ruolo della Nutrizione e degli stili di vita è uno degli obiettivi storici della Fondazione". "Nel dopo-Expo - aggiunge Annamaria Castellazzi, vice presidente Fid Italia - riteniamo che continuare a investire in educazione su sana alimentazione e corretti stili di vita sia prioritario, al fine di sradicare cattive abitudini e falsi miti, dannosi per la salute. Con questo obiettivo, parallelamente all'indagine abbiamo individuato una lista di 'temi caldi' sui quali accendere i riflettori e promuovere una maggiore informazione".
Sono 25 gli hot topic individuati dagli esperti, che identificano credenze e luoghi comuni ampiamente diffusi su cibo e dieta, privi però di fondamenti scientifici: 'per perdere peso bisogna consumare un basso contenuto di carboidrati', 'in gravidanza e durante l'allattamento la mamma deve mangiare per due', 'il caffè fa male', 'miele e zucchero di canna sono meno calorici e più sani dello zucchero bianco', solo per citarne alcuni. A una selezione di 10 temi sono stati dedicati pannelli illustrativi che saranno esposti in una mostra, allestita presso l'Ateneo milanese dell'Università Cattolica.
Proviamo a disegnare la giornata a tavola di chi si trova a studiare lontano da casa: quasi il 10% degli intervistati salta il pasto più importante della giornata, la colazione. E, tra quelli che la fanno, solo una minoranza privilegia gli alimenti più salutari come yogurt (23%), cereali (quasi il 31%) e succhi di frutta (30%). Per lo spuntino, mentre i più virtuosi prediligono la frutta (30%), molti si limitano a mangiare quello che trovano al momento (17,5%). A pranzo, il 73% dei fuori sede, che proviene in maggioranza dal Sud, predilige la 'schiscia', ma quasi la metà non rinuncia a ricevere, mediamente una volta al mese, cibo da casa: si tratta, quindi, di una sorta di 'contaminazione' della tradizione del Nord con quella delle culture regionali di provenienza.
La sera, il frigorifero è spesso desolatamente vuoto e una cena decente diventa un miraggio, per la felicità degli esercizi che offrono cibi da asporto: oltre il 60% del campione ricorre al take away almeno una volta la settimana e pizza e kebab sono gli alimenti più ordinati. Il 74% non rinuncia all'happy hour con gli amici, almeno una volta la settimana (51%).
Più del 70% beve, inoltre, alcol nel weekend e quasi il 35% lo fa anche in settimana, sia durante sia dopo i pasti. I fumatori sono pochi (29%), ma assidui: i più accaniti confessano di superare senza difficoltà le 5 sigarette al giorno.
Accanto ai vizi, ci sono però anche alcune curiosità: risulta in crescita il trend dei cibi biologici (24%) e integrali (33%). Oltre il 70% dichiara di aver cambiato le proprie abitudini a tavola diventando studente fuori sede: l’alimento più facilmente eliminato dalla dieta risulta essere il pesce (19,5%), soprattutto per ragioni di budget, che incidono anche sui comportamenti d’acquisto: 4 su 10 confessano candidamente che è il portafoglio a guidare le scelte e a spingerli verso i prodotti in offerta al supermercato. Significativa la poca informazione sulle allergie alimentari: il 16% degli intervistati dichiara di essere allergico ad alcuni alimenti come latticini o frutta, ma la maggior parte di loro (36%) non sa quale test allergologico abbia fatto per scoprirlo o magari non ne ha nemmeno fatto uno.
"I giovani studenti che affrontano per la prima volta il problema della loro Alimentazione - spiega Lorenzo Morelli, presidente della Fondazione e Preside della Facoltà di Scienze Agrarie, alimentari e ambientali dell'Università Cattolica del Sacro Cuore - possono incorrere nel rischio di cattive abitudini. Sensibilizzarli e informarli sul ruolo della Nutrizione e degli stili di vita è uno degli obiettivi storici della Fondazione". "Nel dopo-Expo - aggiunge Annamaria Castellazzi, vice presidente Fid Italia - riteniamo che continuare a investire in educazione su sana alimentazione e corretti stili di vita sia prioritario, al fine di sradicare cattive abitudini e falsi miti, dannosi per la salute. Con questo obiettivo, parallelamente all'indagine abbiamo individuato una lista di 'temi caldi' sui quali accendere i riflettori e promuovere una maggiore informazione".
Sono 25 gli hot topic individuati dagli esperti, che identificano credenze e luoghi comuni ampiamente diffusi su cibo e dieta, privi però di fondamenti scientifici: 'per perdere peso bisogna consumare un basso contenuto di carboidrati', 'in gravidanza e durante l'allattamento la mamma deve mangiare per due', 'il caffè fa male', 'miele e zucchero di canna sono meno calorici e più sani dello zucchero bianco', solo per citarne alcuni. A una selezione di 10 temi sono stati dedicati pannelli illustrativi che saranno esposti in una mostra, allestita presso l'Ateneo milanese dell'Università Cattolica.
Ultimo aggiornamento: 26 Maggio 2016
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