Per l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e per l’Unicef, l’allattamento al seno è un diritto fondamentale dei bambini e delle mamme che devono essere sostenute nella realizzazione del loro desiderio di allattare. Lo riconosce il ministero della Salute e lo ripetono i promotori della campagna di sensibilizzazione “Allattamento è ovunque lo desideri”, partita da tempo come reazione ad alcuni episodi discriminatori nei confronti di madri infastidite mentre stavano allattando i loro bimbi in ambienti pubblici. Perché, sebbene la legge italiana e il ministero della Salute incoraggino l’allattamento materno, in Italia non esiste ancora una legislazione a tutela delle donne che allattano per strada, in piazza, su una panchina al parco, in stazione o all’ufficio postale e ovunque si presenti la necessità per il bambino di essere nutrito.
Allattamento è ovunque lo desideri: oltre 37mila firme per la campagna
La campagna fu lanciata da Raffaella Sottile, la madre di due figli che dopo la lite con i gestori di uno stabilimento balneare di Taggia (Imperia) che la accusavano di “avere sempre il seno scoperto” – il fatto finì sui giornali – decise di far emergere altri racconti di mamme che avevano subito offese, ingiurie e allontanamenti dai luoghi pubblici a causa dell’allattamento.
"In molti Stati, inclusa l’Italia, alle madri non è ancora stato riconosciuto il diritto di allattare tranquillamente e liberamente in luoghi pubblici – si legge nella presentazione della campagna sociale - o dove lo desiderino; non sono esse legalmente protette dalle molestie e dalle discriminazioni. Spesso viene chiesto loro di andare ad allattare altrove o di coprirsi durante questo atto naturale, poiché considerato indecente agli occhi di alcune persone che potrebbero sostenere l’allattamento in pubblico come un atto osceno".
Con la solidarietà tra le mamme sono spuntati anche tanti flash mob nelle piazze di tutta Italia. E la campagna di sensibilizzazione, nata il 1 ottobre 2016 in occasione della Settimana mondiale per l’Allattamento materno, non si arresta. È ancora online la petizione per la raccolta di 50mila firme necessarie a chiedere il disegno di legge per proteggere il diritto delle madri ad allattare ovunque il bambino ne abbia necessità, senza temere molestie e discriminazioni. La raccolta firme di “Allattamento è ovunque lo desideri” lanciata sulla piattaforma Change.org è adesso a quota 37.750 sostenitori.
Allattamento, cosa ne pensa il governo
La Commissione parlamentare per l’infanzia ritiene che l’allattamento fa parte del diritto fondamentale alla salute e che l’atto di allattare costituisce parte essenziale della cura del bambino immediatamente successiva alla gestazione e contribuisce a una crescita salutare e a un sano sviluppo fisico e mentale. Lo stesso ministero per la Salute con la deliberazione del 20 dicembre 2007, in accordo con la Conferenza permanente Stato-Regioni, ha riconosciuto l’allattamento al seno come forma di alimentazione naturale e normale nella prima infanzia – si legge negli opuscoli informativi distribuiti dal ministero – e come misura di salute pubblica primaria, impegnandosi a tutelare tale diritto attraverso il sostegno alle Regioni nella formazione degli operatori sanitari e sociali affinché sappiano fornire tutte le informazioni e i consigli utili e sappiano sostenere le donne nella loro scelta. Quello che manca, però, è una educazione sociale sull’azione di allattare in sé. Un primo tassello, in questa direzione, potrebbe essere proprio la costituzione di una legge a tutela delle donne. La strada è ancora lunga, ma forse non si è troppo lontani dall’imboccarla.